GRAVIDANZANTE


IL MISTERO DELLA VITA
Il bambino comincia in noi molto prima del suo inizio.
Ci sono gravidanze che durano anni di speranza, eternità di disperazione. Tutto nella donna è un enigma, e tutto nella donna ha una soluzione: questa si chiama gravidanza. Questo è il miracolo della vita, è questo il perno che sostiene la nostra comprensione e compassione per l'universo.


Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, 
e al divino dall'altro quanto l'essere incinta. 
La madre è raddoppiata, poi divisa a metà 
e mai più sarà intera.
Erica Jong

IL CUORE DI MADRE
La madre scaturisce da una pienezza chiamata Amore, nella misura che una donna si sente amata lei si sente fecondare in se stessa un seme di creazione, di generazione, di moltiplicazione. Tante donne non vivono la maternità in pienezza perchè non erano pronte, non erano nate dentro se stesse, una donna per essere madre si deve partorire a se stessa nell'anima. Tante donne per natura accolgono la maternità ed adorano i loro figli, ma sentono quella pesantezza del divenire materno, perchè in loro questo seme non è stato curato a dovere altrettanto materno.

COS'ALTRO NON è L'UNIVERSO
SE NON LA PANCIA CREATRICE
DEL CREATORE E LA MADRE NATURA
CHE IN CONTINUAZIONE PARTORISCONO
LA DIVINA MATERIA ?!!!

SI NASCE GIÀ NEL PENSIERO E NEL DESIDERIO DEI GENITORI 
PRIMA DI ESSERE STATI CONCEPITI.
Siamo nati per amare e per amore, almeno si spera che siamo stati concepiti da un rapporto tra due persone che si amano. E' bello quando loro ti concepiscono ancor prima nel ,loro cuore, nel loro desiderio, nella loro mente.... esiste già prima della tua esistenza!!! 
La nascita non termina il giorno in cui vieni al mondo, quel giorno è solo l’inizio: il giorno in cui hai lasciato il ventre di tua madre, non sei nato, hai iniziato a nascere. Qualunque gestazione realizza un’incarnazione: è la conversione di un desiderio, di un progetto, in uno sviluppo biologico.

L'ANIMA VIVA E' SEMPRE GRAVIDA
La gravidanza è l'evidenza della trascendenza umana, della creazione divina, della potenza della vita. La creatività femminile è come una gestazione, qualunque gestazione, anche i sentimenti nascono e si partoriscono, lo stesso le idee, l'arte, i sogni... nascondo nel buio grembo vengono fecondati da una forza di convinzione dedizione e passione. Le gravidanze creative sono necessarie per tutti, ma specialmente per le donne: perché nutrono l'anima. Una donna che è creativamente sterile perde il contatto con la sua essenza femminile, si prosciuga e si inaridisce. La donna creativa invece è in armonia e sintonia con la sua vita intima, è viva, luminosa, divina.... ma deve creare quello che Ama.

IL GREMBO MATERNO, RADICE DELL'INCONSCIO COLLETTIVO. 
Tutti siamo stati nel grembo materno, eppure nessuno di noi se ne ricorda, per questo motivo il mistero del mondo intrauterino s’infittisce di fascino e di curiosità. Vedere una donna incinta ci rammenta sempre, coscientemente o meno, la nostra misteriosa ignota provenienza, quindi l’utero materno, dal punto di vista psicologico, è l’inconscio collettivo, è quel luogo dove giace la ragione, dove nasce il senso del sacro, dove si nasconde Dio, ma questa dimostrazione strada facendo la porterò alla luce nella mia presente relazione.

MAMMA PER SEMPRE 
Una mamma è mamma a tempo pieno, senza ferie o permessi, né congedo per pensione. Una mamma è mamma per tutta la vita, tra alti e bassi, gioie e dolori. La gravidanza non finisce dopo i nove 9, continua nell'allattamento e poi per quanto la madre lotti per tagliare i cordone ombelicali di affetto sensazioni e pensieri (attaccamento psicologico) verso i figli, non ci riuscirà mai per il resto della sua vita.

Pensate che questa foto secondo le leggi del PURITANISMO di facebook è stata segnalata come immorale.... e poi ci lamentiamo che il mondo è violento, che ci sono guerre, che i nostri giovani vanno a sballarsi con le droghe... se non siamo capaci di vedere la bellezza della natura e la maternità con purezza, cosa possiamo allora trasmettere alle generazioni future?

IL BISOGNO DI SILENZIO NELLA GRAVIDANZA 
le primissime esperienze sonore all’interno dell’utero potrebbero avere un effetto stimolante o inibitorio sul desiderio di comunicare o di ascoltare del bambino. Nel caso in cui l’utero divenga troppo rumoroso il bambino potrebbe avere ‘il desiderio di nascondersi alla vita’.

Il rumore principale percepito in ambiente uterino, quello del battito cardiaco della madre, nei mesi in cui è podalico le orecchie sono a diretto contatto col muscolo cardiaco materno, nei mesi in cui è in posizione cefalica avverte la pulsazione dell’arteria cardiaca uterina; sempre comunque il bimbo è avvolto dalla vibrazione del liquido amniotico prodotta dal pulsare cardiaco materno. 
Un’altra ricerca ha dimostrato che la musica classica, in particolare i movimenti lenti delle composizioni barocche o in stile barocco con la ricchezza melodica che le contraddistingue e il loro ritmo di 55-70 battiti al minuto, sposta il cervello da uno stato b di iperattività ad uno stato a di vigilanza e rilassamento. La musica classica stimola il rilascio di endorfine e riduce il livello degli ormoni dello stress nel sangue, dando beneficio sia alla madre che al bambino.

UN ATTIMO ETERNO CHE DURA PER IL RESTO DELLA NOSTRA VITA
Noi siamo l'incontro/scontro nella FUSIONE di spermatozoo e ovocita, tutti noi per natura vogliamo essere 'IL PRIMO', perchè fu UNO spermatozoo tra migliaia di altri, a raggiungere il primo obiettivo, quindi noi siamo il risultato di una vittoria, abbiamo già nel nostro DNA l'istinto di primeggiare, di vincere, di essere il migliore. Noi siamo già il risultato di una lotta per la vita (le altre migliaia di spermatozoi che non ce l'hanno fatta sono morti!!!), quindi è nella nostra indole questa tendenza a cercare la VITA. Ma il mondo non è un ovulo, dove TU puoi regnare sugli altri, l'ovulo della tua anima e del tuo cervello è l'unico tuo regno dove far splendere la tua esistenza verso gli altri. Dobbiamo quindi comprendere questa tendenza INNATA di primeggiare che va interiorizzata, mai esteriorizzata, altrimenti ci faremo sempre una guerra inutile e sbagliata .

Sentire un bimbo in me
è sentirmi doppiamente viva
sentire due vite.
Sentire che la mia pelle 
ricopre un altra anima
sentire che il mio sangue
trascende in altre vene
sentire il mio odore
che emana da un altro corpo,
sentire il suo odore che emana il mio corpo.
Sentire il fluire del miracolo
del Tutto nato dal Nulla.

PRIMO MESE
I primi giorni che noi siamo stati concepiti NESSUNO lo sapeva, neppure la nostra madre, sono i giorni dell'oblio, sono la radice del nostro contatto con il divino, sono l'epidermide della solitudine. Nessuno si ricorda di essere nato, eppure nessuno lo dimentica, come mai?
perché noi non possiamo ricordare di esserci dimenticati, altrimenti la dimenticanza svanirebbe, e la dimenticanza si chiama Dio. Dio però non è soltanto un’entità personale, ma soprattutto parte dell’essenza umana, per cui sarebbe impossibile per un uomo vedersi nascere senza essere nato, darsi un bacio con le proprie labbra, guardarsi con i propri occhi. Gli antichi semiti affermavano che non era possibile vedere Dio in faccia senza morire, sarebbe come vedere la propria nascita senza esser ancora nati, in altre parole, tutti noi in qualche modo abbiam visto Dio nel grembo materno, perché il feto ha una coscienza viva, ma per fortuna non lo ricordiamo. Impossibile però che il vaso d’argilla non abbia le impronte del suo scultore, perciò le impronte di Dio sulla coscienza umana sono la dimenticanza e il desiderio dell’eterno. Per questo la nostra naturale tendenza a dimenticarci di Dio e credere che non esista.

Non siamo mai soli
basta sentirci sempre
al interno di un Essere universale,
siamo comunione, alterità,
un corpo che diviene due,
è l'essenza del divino che si moltiplica
senza diminuire.

SECONDO MESE
Dopo il primo mese, la donna si accorge della meraviglia e nasce lo stupore del creato: “Sono incinta”; da quel giorno in poi, la donna sa che una parte della sua mente e del suo cuore saranno sempre altrove, nella creatura, come Dio altrove nella natura. Lo stupore ci porta a vivere fuori di se stessi, come l’amore, come l’estasi; infatti, la donna prova ciò che significa la vita, perché l’etimologia della parola “esistere” lo conferma: es (fuori) - sistere (stare); star fuori di sé, perché una parte della donna starà sempre fuori di lei, in quel corpicino che darà alla luce e che noi chiamiamo “figlio”; Soltanto la madre sa cosa vuol dire essere “incarnata” in un altro, proprio come Dio che si è incarnato nella natura tramite il “Verbo” (ciò che noi chiamiamo il Cristo), quindi anche Dio dando alla luce la creazione vive non più in se stesso ma in ogni cosa esistente, tanto nel più piccolo granello di sabbia come nella più grande galassia.

IL LINGUAGGIO DEI CALCETTI 
sull’insegnamento ai genitori di rispondere al calcetto del bimbo con una pressione della mano nel punto in cui si è avvertito il calcio, come respingendo il piedino. Dopo qualche tempo, dando un colpetto al ventre il bimbo risponderà con un calcio, due colpetti due calci, alcuni genitori sono riusciti a comunicare col bimbo come una danza a tamburo già nel ventre materno

UN AMORE CHE DIVENTA DUE CORPI
Il sentimento umano più grande non sia l’amore tra un uomo e una donna, perché questo viene definito come “due corpi che diventano uno solo”, mentre l’amore materno è un solo corpo, quello della mamma, che diventano due, lei e il neonato. L’amore umano tra la coppia è riduttivo, perciò pericoloso e rischioso se non equilibrato, mentre l’amore materno è espansivo, quindi rischioso e pericoloso quando viene a mancare, ci può portare allo squilibrio, alla schizofrenia, come quella della mentalità nevrotica odierna. La vita del genere umano è nelle mani (nell’utero) delle donne, perciò innanzi tutto Dio si manifesta ANCHE E SOPRATUTTO donna (come lo afferma la stessa Bibbia), ma la società patriarcale, la cultura maschilista e l’elite religiosa, fatta di soli uomini, ci hanno nascosto queste verità assai salutari per un mondo orfano di uno sguardo materno, di una comprensione femminile e di una voce di donna in capitolo.

Il bimbo prenatale è continuamente stimolato da suoni, rumori, voci, odori provenienti dalla cavità endouterina o dall’ambiente esterno. Il liquido amniotico e la placenta sono i primi trasmettitori e conduttori delle stimolazioni colte dal feto (Nathanielsz). Il bimbo endogestazionale è quindi dotato della capacità di ricevere stimoli e di entrare in contatto con il mondo; questi stimoli determinano la crescita neurofunzionale, cerebrale e motoria del feto. La respirazione veloce, che si ha quando la madre fuma, è considerata come uno sforzo da parte del feto per procurarsi sufficiente ossigeno. Questi fatti mostrano che la respirazione è uno dei primi comportamenti ad essere influenzati dallo stile di vita e dal grado di cultura della madre.

MADRE
Ho visto le stelle
brillare nei tuoi occhi
mentre guardavi incredula
carne della tua carne
sangue del tuo sangue
ossa delle tue ossa,
l'eco della tua esistenza.
In te madre
Dio si rispecchia
perchè il tuo cuore
come il tuo grembo
sono stanze dell'universo
e Dio disse "sia luce"
e la luce fu nel tuo grembo. . .

Tutto quel che c'era da vedere
io l'ho visto, guardando te. 
Restando con te
ovunque avessi voluto andare
mi sembra di esserci già stato.
Anche i sapori che non ho mai gustato
sono inferiori a te,
perchè tutto mi sa di te.
Grazie alla vita che mi ha dato assai
mi ha dato il potere di darti la vita.
Non so spiegar questo mistero,
ma lo sento così vivo 
da non temere più la morte.

TUTTI SIAMO GIÀ STATI NELL'EDEN
Questa dimenticanza intrauterina è descritta in maniera stupenda, nel linguaggio mitico e simbolico della Genesi biblica, e disse: “Dio scacciò (partorì) l’uomo dal giardino (dall’utero) e pose ad oriente dell’Eden (della coscienza) i cherubini (l’oblio) e la fiamma della spada folgorante (il desiderio del ricordo eterno)”. Le parentesi sono una mia aggiunta, non le troverete nella Bibbia, è una rilettura psicanalitica del nostro divenire al mondo attraverso questo immenso universo intrauterino della divina Madre. Ma se spiegassero il racconto dell'Eden con questa prospettiva tutto sarebbe diverso.

DAL GREMBO MATERNO AL GREMBO DELLA NATURA
DAL GREMBO DEL CUORE AL GREMBO DEL PENSIERO
La prima cosa che caratterizza un bimbo quando nasce è l’indipendenza (dall’utero), questa impronta lo segna per tutta la vita, ma subito soffre perché è in balia delle cure materne: si attacca al seno, poi al dito, poi al biberon , poi al giocatolo, poi a un libro, poi a un amico, poi alla macchina e alla fine si attacca alla persona amata (la mamma che aveva perso nel parto). Da un oggetto passa all’altro, come l’alpinista da sasso in sasso. Siamo sempre alla ricerca di questa sensazione totale di fusione assoluta che abbiam vissuto nel grembo (che ci sarà nel sesso) ma nello stesso tempo desideriamo l’indipendenza che però crea un vuoto di cui abbiamo paura. Vogliamo l’indipendenza ma ci attacchiamo a tutto ciò che ci fa star bene e ne diventiamo dipendenti, proprio questo avviene nell’amore. Ecco il contrasto patologico.

IL DIO DONNA E MADRE DELLA BIBBIA
Sentite come si descrive Dio nella Bibbia, libro d’Isaia: 
“Voi, portati da me nella mia vulva, sorretti fin dalla nascita e fino alla vecchiaia io sarò sempre lo stesso… Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò… Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo ventre? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”. Dio si descrive come una donna, la sua essenza è dare alla luce, permettere che tutto esista, quindi quest’universo non è altro che un bel pancione che costantemente partorisce la vita, la ragione, la meraviglia o, come la scienza suole chiamarlo, l’energia e la materia. Ogni volta che un essere umano supera la sua condizione naturale, quindi si realizza, viene partorito... come nella nascita o nella morte.

IMPRONTE INTRAUTERINE
Se, però, il valore e il senso della vita sono in relazione al rapporto che la persona ha avuto nella sua esistenza con la sua coscienza, con la spiritualità, con l’essere o con Dio (chiamiamolo Dio per il momento, anche se personalmente non mi piace, perché è un termine un po’ rischioso, divenuto sospettoso, poco affidabile in base alla testimonianza negativa delle religioni), possiamo ipotizzare, dal punto di vista psicologico, che la madre, già dal grembo materno, può (anzi dovrebbe) forgiare le certezze della vita per il suo bambino, può instaurare un rapporto d’intesa con la creatura. Questa sensibilità oggi è venuta meno, perché anche noi creature, dentro questo bel pancione dell’universo, abbiam perso di vista il senso dell’introspezione, della meditazione o della cosiddetta volgarmente “preghiera” che c’immette in contatto con il Creatore o il Senso dell’esistenza.

DIO E' ANCHE MADRE, ANZI SOPRATTUTTO
Sentite come si descrive Dio nella Bibbia, libro d’Isaia: 

“Voi, portati da me nella mia vulva, sorretti fin dalla nascita e fino alla vecchiaia io sarò sempre lo stesso… Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò… Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo ventre? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”.
Dio si descrive come una donna, la sua essenza è dare alla luce, permettere che tutto esista, quindi quest’universo non è altro che un bel pancione che costantemente partorisce la vita, la ragione, la meraviglia o, come la scienza suole chiamarlo, l’energia e la materia. Peccato che l'era maschilista e il patriarcato non ci abbiamo insegnato questo facendo prettamente prevalere l'immagine di un Dio esclusivamente e soltanto Padre e Padrone e Maschio.

PARTORIRE E' SFIORARE LA MORTE 
Ogni volta che un essere umano supera la sua condizione naturale, quindi si realizza, viene partorito (come nella nascita o nella morte); Gesù nell'ultima cena diceva che la sua ora era giunta (quella della crocifissione) e paragona la morte ad un parto: “La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. La paura che l’uomo ha di morire è la stessa paura che la donna ha di partorire, e cioè perdersi o perdere la creatura che ama, sapere che oltre il travaglio della morte non c’è nessun sguardo materno ad attenderci o sapere che oltre le doglie del parto la mamma non sentirà i gemiti di un bimbo che non ce la fatta a nascere.

I SUONI INTRAUTERINI CHE CI PORTIAMO NELLA NOSTALGIA DELLA NATURA
Ci sono alcuni suoni o atmosfere che ci rimandano automaticamente alla nostalgia del grembo materno: il silenzio della natura quando nevica, oppure quando stiamo seduti sulla riva del mare e sentiamo le onde sulle scogliere, il suono del vento tra le fronde dei boschi, il suono della pioggia notturna sui tetti e via dicendo, sono tutti suoni molto simili a quelle ripercussioni che il feto sente nell’utero materno. Ci sono però due suoni in particolare che il feto memorizza e attraverso i quali egli può riconoscere la realtà che lo avvolge in maniera del tutto specifica: il battito del cuore della mamma e la voce materna.

Le donne incinte, come altrettanto le persone disposte ad entrare in una dimensione interiore dell’anima, devono trovare del tempo per concentrarsi, per azzittire la mente e lasciar spazio al suono del cuore. La preghiera (che non è altro che la voce e lo sguardo silenzioso del cuore) è una dimensione essenziale in questo cammino alla vita e alla maternità, è la sosta interiore dove il cuore sente il radar, la bussola, la luce che lo guida.

IL TAMBURO DEL CUORE DI NOSTRA MADRE
Il suono del tamburo è molto mitologico, tutte le tribù lo hanno usato come strumento solenne, è il tic-tac del tempo esistenziale, ci rimanda ad uno dei tanti suoni intrauterini, quello del cuore della madre. Questo suono scalpella la nostra mente, è come la preghiera per i mistici, come il mantra per i monaci, come il rosario per i nonni, come la monotonia dei giorni che passano per ognuno di noi, abbiamo bisogno di sapere entrare in questo martellamento interiore che ci scolpisce la mente, l’anima, il cuore. Le più belle canzoni del mondo sono contagiose grazia al ritornello che batte come un cuore, ci sono invece delle canzoni stupente che non fanno alcun successo perché il testo è continuo, non hanno un ritornello, un’enfasi, allora la musica non si sposa con il testo, quindi non si forma il classico tormentone che batte e batte. Ogni insegnamento e passione umana è basata sull'abitudine, sulla costanza, sulla ripetizione costante e profonda di una realtà.

L'UNIVERSO, LA PANCIA INFINITAMENTE GRAVIDA DI DIO
Il corpo della donna incomincia a modificarsi, la pancia a crescere, il ritmo del sangue ad accelerarsi, gli ormoni a costringersi, i muscoli a cedere… la mente si dilata, il cuore si comprime nei pensieri. Soltanto i poeti, i mistici, i matti, gli innamorati o i bambini si soffermano di fronte a questi cambiamenti… guardano le forme dantesche nelle nuvole, guardano le file di formiche che camminano in giardino, collezionano farfalle, costruiscono castelli sulla sabbia e via dicendo… sono tutte azioni ritenute romantiche, dolciastre quasi ridicole per un mondo troppo indaffarato e serio che deve correre, che non ha tempo da perdere in queste quisquilie (peccato per loro!). Io, invece, invito a voi collezionisti di farfalle, costruttori di castelli nella sabbia, spie di formiche girovaganti nel giardino, venite con me, sdraiatevi sul prato della vostra mente, guardate in alto, cercate di trovare delle forme che s’intrecciano nelle nuvole.

COMUNICARE COL FETO E' SALUTARE
Il feto percepisce l’agitazione della madre, le sue ansietà, i suoi dolori, quindi anche la sua gioia, i suoi pensieri, la sua attenzione per il feto, per questo è opportuno che la madre parli con il feto, trovi giornalmente spazi di tempo unicamente per rivolgersi al bimbo che cresce in grembo, sarebbe altrettanto opportuno se il padre potesse (o volesse) registrare delle cassette con la sua voce e la madre potesse in silenzio (con le cuffie) ascoltarle tranquillamente, ciò permetterebbe al feto di instaurare già dal mondo intrauterino un rapporto con il padre.

Il mistero della gravidanza è semplicissimo: 
la donna dimostra la sua capacità 
di trasformare in materia delle emozioni spirituali,
lei rende visibile ciò che è invisibile.

Il latte materno 
è amore
allo stato liquido

Ecco come la pensano alcuni:
"Io non credo nella vita dopo il parto,
quando nasci è finita
non c'è nessuno che ti aspetti"...
lo stesso vale per la morte
per chi in questa vita non ha imparato
a percepire la madre natura che lo attende.


La bellezza dei segni materni
le tracce della vita sul grembo di una donna
non hanno esteticamente confronto
a nessun'altra bellezza fisica.

FATE ATTENZIONE AL PRIMO CONTATTO
Nel regno animale la prima cosa che fa il neonato è cercare la mamma e la mamma subito coccola il cucciolo, perchè la presenza e il contatto a pelle tra madre e neonato nei primi mesi e sopratutto ore di vita, sono imprescindibili per forgiare nel bambino il senso di appartenenza sicurezza e contatto relazionale, per tale ragione trovo disumano che oggi in tante cliniche ed ospedali il neonato venga portato subito in incubatrici o reparti neonati e lo riportano alla mamma nelle ore per allattarlo. Pensate che alcune specie animali (per esempio la pecora) se perde di vista e di contatto l'agnello appena nato non sa più riconoscerlo e non lo allatta più. Una madre che nei primi anni di vita non è in contatto diurno e notturno col figlio perde anche le capacità di percepire segni suoni intenzioni che un neonato trasmette alla madre, crescerà anche con un bimbo che non sa aprirsi alla madre e lei non saprà proteggerlo. Padre e madre dovrebbero essere i primi a tenersi il neo nato in contatto e presso loro il più possibile. 

ASCOLTA LE MERAVIGLIE DELLA VITA
Tutti noi amiamo la musica (eccezione fatta, ripeto, per le anime disperate, quindi in preda a demoniache ansietà), è dovuto al fatto che il feto, dentro il liquido amniotico dove galleggia nella placenta per alcuni mesi, sente i suoni in sordina pervenire dall’esterno, attraverso delle vibrazioni, il che conforma la nostra innata disponibilità al ritmo, ai toni e quindi alla musica. Nella musica noi ascoltiamo l’aria che si condensa, lo spirito che si lascia percepire in maniera materiale, la musica è la pelle della nostra anima, guai ad un essere umano che incominciasse ad odiare la musica, perché allora incomincerebbe ad odiare se stesso e a non sopportare l’ascolto della propria anima; tutte le persone che odiano la musica sono clinicamente in uno stadio patologico. 
E’ stato scientificamente dimostrato quanto sia salutare per il feto sentire della musica nel ventre materno, specialmente quella musica che porta alla quiete. Perchè non fate sentire all'orecchio di mamma la voce di Papa?.












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