IL FEMMINEO DIVINO


Femmineo è la nostra parte psicologica (sia in uomini che in donne) creativa, intuitiva, più sensibile ed in armonia con la natura, ciclica, molto vulnerabile ma capace di risorgere da sè qualora la si scorga, è il germe della vita spirituale, del divino, della nostra sete di infinito e di trascendenza.
Jung la chiama Anima (contrario alla parte maschile da lui chiamata Animus) che però è un termine non molto azzeccato perchè con anima noi intendiamo il tutto completo e complesso del nostro mondo interiore. Io preferisco chiamarlo Femmineo anche se nei miei scritti ogni tanto faccio riferimento al Anima junghiana come tale. 


ERA o GEA, LA MADRE TERRA
La terra è madre, perché dà i suoi frutti, la luna è femmina perché le sue tre fasi rispecchiano l’età della donna: la luna crescente nelle fanciulle, la luna piena nelle ninfe e nubili donne mature e belle e poi, in fine, la luna calante nella donna anziana e vecchia (non esisteva allora la luna nuova). Persino le stagioni rispecchiavano le forme della donna: la primavera delle fanciulle, l’estate delle donzelle e l’inverno delle vecchie (L’autunno non era ancora stato fissato). Incominciano ad apparire le classiche triadi spaziali: la principessa dell’aria, le ninfe della terra e la strega degli inferi (Selen, Afrodite, Ecate). Il numero tre diventa divino e, siccome ogni dea si manifestava nella sua personale triade da donna giovane matura ed anziana, il “tre volte tre” diventa nove, proprio il numero delle lune (o mesi) di cui la donna impiegava per partorire. Eppure i miti antichi sottolineavano che non esistevano tre dee, ma una sola dea madre: Era.


DAL VELO SACRO AL BURKA MASCHILISTA 
Quando Dio era donna, primitivamente l’ispirazione cultuale, o ciò che più comunemente noi chiamiamo come religione, era al femminile. L’istinto era rivolto alle DEE, riflesso di quelle donne che davano alla luce l’essere umano. L’uomo non era consapevole del suo ruolo nella generazione dei figli e si limitava all’adorazione della Dea; il sacerdozio perciò gravitava sulla figura dell’uomo: era l’uomo che adorava la donna e il suo mistero, era la donna la sacerdotessa. L’uomo nell’antichità, ed ancor oggi in alcune culture, aveva verso le donne un’ammirazione divina, un rispetto totale, tanto di coprire la donna con il suo abbigliamento in modo totale: lei, come la dimensione divina, non doveva esser vista in maniera così evidente e diretta; anche Mosè nella Bibbia, dopo aver visto il volto di Dio si coprì il volto con un velo, sicché i suoi fratelli al vederlo non morissero. Il velo nell’antichità era segno di grandezza, di mistero, di divinità per la donna. Il mistero della nascita infondeva nell’uomo una riverenza divina e, quindi, religiosa nei confronti della donna, il velo, quindi, sul volto della donna è carico di un simbolismo religioso, espressione massima dell’ammirazione divina dell’uomo nei confronti della femminilità. Nell’era del maschio l’uomo divenne il sacerdote e la donna la devota, il velo per la donna divento chiusura (il burka) segregazione e nascondiglio di passioni represse.

Donna e dono sono termini così simili nel suono da evocare il medesimo simbolismo del dare, ma dare non è quella obbligatorietà a cui siamo state educate.
Essere dono non vuol dire soltanto donare, ma fare della propria natura femminile un dono, al punto di essere Luce per gli altri, in modo naturale, senza ostentazione, senza sforzo, Luce che arriva dal profondo, che c'è e può manifestarsi così com'è.
Un femminile da cui tutto deriva, un femminile che ama il maschile, 
che cura, sorride, condivide, crea e unisce.
(L.Martello)

L'uomo acquista una individualità energetica completa soltanto sotto l'influenza della donna. 
Una donna ha creato il suo corpo , un'altra donna gli crea l'anima, 
a meno che dedicandosi allo spirito, questo lo rigenera e lo fa rinascere, 
perchè la dimensione spirituale è nella psiche femminea, trascendentale e divina.

Sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina, strega, madre, amica ... chiamate in ogni forma, mai però VERGINE. Cos'è una terra senza frutti, cos'è un campo senza fiori? Una donna in pienezza non può che procreare, perché l'amore si diffonde per se stesso, è nella mia essenza partorire, dare luce alla luce, generare, mantenere in vita la vita. Da quando la civiltà mi ha resa VERGINE con tanto di dogma spiritualità e divinità, la civiltà è caduta nella chiusura mentale del maschio impaurito della grandezza della donna e la ha fatta schiava della sua adorazione. L'uomo patriarcale non riesce a vedere la purezza nel sesso per questo rende VERGINE IMMACOLATA almeno una donna per sentirsi a posto con la sua coscienza: mamma è pura, non la tocca neppure il mio pensiero. La devozione alla madonna nasconde un profondo tabù di sessuofobia incestuoso, infatti è la madre di Dio ma è anche la madre del figlio di Dio, quindi Maria ha generato un figlio che è Dio ma l'ha fatto con lo stesso Dio quindi lui ha fatto sesso con la madre, donde l'incesto sublimizzato (il cristianesimo è caduto nella forma più profonda di adorazione della donna ma non l'ha accettata e si è chiuso nell'adorazione della castrazione sessuale donde l'identificazione tra castità e castrazione mentale nel celibato obligatorio). In Maria madre e vergini gli uomini danno una falsa divinità alla donna che le era stata rubata dai tempi del matriarcato e della natura selvaggia, e si ritrovano finalmente con una mamma pulita che non fa sesso ma fa figli. 
Quanta aberrazione e brutalità contro la natura umana c'è dietro questi concetti incestuosi coperti di vernice di spiritualismo.

LA DONNA E' LA PROVA DELL'ESISTENZA DI DIO
Il marchio della natura selvaggia è che va avanti, persevera. Non è un qualcosa che facciamo: è un qualcosa che siamo naturalmente e istintivamente. E la natura selvaggia non è propria d'una particolare etnia: è la natura centrale delle donne, dal Benin al Camerun, dall'Olanda alla Sierra Leone, dal Guatemala alla Polinesia. Qualunque sia il paese, la razza, la religione, la tribù la città, il villaggio o lo sperduto avamposto, le donne questo hanno in comune: la Donna Selvaggia, l'anima selvaggia. 
[Donne che corrono coi Lupi]

Il simbolismo della Dea non è una struttura parallela al simbolismo del Dio Padre.
La Dea non governa il mondo. 
Lei è il mondo. 
Si manifesta in ciascuno di noi, Lei può essere conosciuta all'interno di ogni individualità, 
in tutta la sua magnifica diversificazione.

Al di là della madre che ci partorisce, aldilà della madre che ci allatta ci cura ci culla ci coccola ci chiama per nome e ci sorride, esiste un essenza materna nella nostra essenza che ci mantiene sempre in vita, questa essenza è ovunque: nel mare, nella terra, nell'arcobaleno, nei profumi, nei sapori, in ogni cosa che mi rigenera, mi da vita, mi colma di gioia, mi conduce alla libertà. Essa è il nostro centro, il punto che accoglie in sé il respiro del cielo e della terra e fa vivere quello che in me esiste di terra e di cielo: quando lei ti feconda non puoi non scorgere la bellezza che vi giace ovunque nascosta.

Bisognerebbe esercitarsi a sentirsi nel cuore della Terra 
per sviluppare il nostro senso di appartenenza a qualcosa di veramente comune 
cioè la sfera planetaria,la Madre Terra.

LA DONNA ERA LA MISURA DI OGNI MOVIMENTO
Tutto il movimento della vita girava intorno al mondo della donna, persino l’ordine dei giorni, dei mesi e degli anni: l’uomo primitivo aveva osservato che la natura cambiava regolarmente, il nascere delle piante in primavera e la morte della natura in inverno, per poi ricominciare daccapo. Vide che la luna appariva dodici e talvolta tredici volte in un ciclo stagionale, sicché il dire: “tornerò tra due lune” voleva dire “tornerò tra due mesi”. Il mese però seguiva il ritmo del ciclo lunare, per cui i mesi avevano 28 giorni il tempo che impiega la luna nel fare un giro in torno alla terra, il che corrispondeva in linea generica anche al ciclo mestruale delle donne. L’anno con tredici lune, quello che noi chiamiamo bisestile, era carico di un senso superstizioso, perché nell’evento di un qualcosa d’anormale la regina doveva offrire in sacrificio il maschio, il re (un po’ come fa l’ape regina con il fuco che la pregna); la morte del re avveniva quindi il mese tredici (il che dà a questo numero un senso negativo), ma avveniva la settima luna piena dopo il giorno più corto dell’anno, il che dava al solstizio d’inverno il senso maschile del sole che moriva (infatti è proprio in inverno che il sole si può contemplare ad occhi nudi, il che significava per gli antichi la morte del maschio, la luce che si spegneva) e poi ricominciava a crescere, perciò gli antichi credevano che la crescita del sole era dovuta al sacrificio offerto e gradito del re. Da qui prende la sacralità il numero 7. Gli antichi si accorsero che l’ombra del sole cresceva o no durante la giornata o i mesi. Dire “tornerò tra due soli” voleva dire “tornerò tra due giorni”. Il mese lunare (28 giorni) fu diviso sul 7 sacro e vennero le quattro settimane. Ad ogni giorno fu assegnato uno dei cinque pianeti (meglio conosciute come stelle più luminose) allora conosciuti: Marte a martedì, Mercurio a mercoledì, Giove a giovedì, Venere a venerdì, Saturno a sabato, mentre al sole (il Dominus, il Signore, il Re) fu data la domenica, alla luna il lunedì.

L'uomo cerca Dio (cioè la grandezza e il senso del Tutto) o nella scienza o nella religione, che sono le due tendenze che cercano di andare oltre la nostra finitudine. Quando l'uomo non lo trova nè nella prima né nella seconda, allora lo cerca nella Donna: solo attraverso l’iniziazione alle grandi verità l’uomo troverà Dio nella Donna, e la Donna nell’Uomo. Nella lotta continua tra uomo-donna, uomo-Dio, donna-vita, esiste una sete inestinguibile di compenetrarsi e di trovare nella loro fusione l’impossibile del mistero della vita Malgrado le aberrazioni e gli eccessi che ne derivano, questa ricerca disperata è necessaria; nasce da un inconscio divino, sarà un elemento essenziale per la realizzazione e la pienezza dell'essere. Quando infatti, attraverso l’amore profondo e l’iniziazione, l’uomo e la donna si troveranno e troveranno se stessi, la loro fusione sarà la forza illuminante e creatrice per eccellenza.

PERCHÉ LO SPIRITO INTERIORE E' FEMMINILE?
Chi dà alla vita? la donna, chi porta in grembo le creature? la Donna. Nello stesso modo a livello psicologico e spirituale in Tutti noi (uomini e donne) esiste una qualità prettamente femminile: il femmineo, non si tratta di una qualità esclusivamente delle donne, ma di una facoltà dello spirito. È la tolleranza, è la capacità di abbandono e di tenerezza, è la curiosità verso il nuovo, è l'accettazione del diverso, del debole, dello straniero. È l'energia che guida il mondo. È il sentimento dolce e rutilante, forte e languido, erotico e avvampante che sussurra alle creature il mistero della vita. È la Luna, è Artemide, è Persefone, è Iside, è Ishtar, è la madre che osserva, riflette, ama e non giudica. È la nostra capacità di intendere e di comprendere, priva di pregiudizi e di rancori. È l'energia raggiante che si dispiega benevola sulle creature. È la possibilità di un mondo privo di lotte e odi. È la pace della mente e del corpo. È la follia, la conoscenza. È contemporaneamente luce e buio, notte e giorno. È la possibilità del mutamento e della trasformazione. È insomma la parte migliore di noi, che la storia della violenza patriarcale ha soffocato per privilegiare il sangue e la lotta all'estasi dell'intuizione radiosa.

La società maschilista patriarcale e sessuofobica
ha perso le ali della interiorità che sono fatte
di un femmineo inconscio e materno. 
Da sacerdotesse sacre nei tempi
cacciate sulle strade divenimmo puttane
da madri del focolai scademmo 
nel ruolo di domestiche e sempre
prostitute addomesticate,
da donne in carriera e femministe
siamo scadute e divenute in maschi mancate e
femmine incompiute... non c'è ancor posto per noi,
il cielo dell'umanità senza la donna è orfano,
sprofonda nella paternità di un inferno
sempre violento arrogante ed egocentrista.

LA PUTTANA ... MEDIATRICE SACRA DI UN MONDO ARCAICO ORMAI DIMENTICATO.... # 1
Il termine «puttana», di solito ha una connotazione negativa offensiva e disprezzabile, deriva da puteus, con cui in latino s'intendevano originariamente o una cavità naturale o un buco scavato appositamente: la FESSURA della terra per esempio, si accosta all'idea di vagina, grembo, utero, ovvero ai concetti di ricezione e di contenimento. Non a caso la parola italiana "cunicolo", buco o passaggio stretto, deriva dal latino cunnus, vagina. In ogni caso la radice cun proviene dalla Grande Dea orientale Cunti o Kunda, la yoni dell'Universo, divinità "cunni-potente", che detiene cioè la magica vagina della nascita. Nei puticuli, i pozzi, intesi come grembi ipogei di rinascita, i Romani del popolo seppellivano i morti. 
La vagina è come la nostra culla, il luogo della nascita, dove vogliamo rientrare come il salmone che ritorna alla sua sorgente. testo sacro del mazdeismo, mediante la parola putika ci si riferisce invece ad un lago mistico di acqua rigenerante. In entrambi i casi, come è facile notare, siamo legati concettualmente a qualcosa che sfiora l'idea di un sentimento religioso. Non a caso la radice sanscrita presente nei Veda, puta, entrata anche nelle lingue romanze con tutt'altro senso: un angelo un puto (puta in spagnolo è puttana), un santo, ciò che è fontana pura, un nascondiglio divino, questo è la vagina. 
Anche il termine ebraico hor (affine all'etimo delle Horae greche, le sacerdotesse di Afrodite) valeva come sinonimo sia di buco (o pozzo) sia di sacra prostituta e della dea che serviva, la cui yoni, cioè la vagina, era rappresentata metaforicamente da un pozzo o da una vasca d'acqua situata al centro del tempio. Tuttavia, porre in relazione la sessualità all'idea di sacro, crea oggi uno scomodo paradosso per molte persone.


LA PUTTANA ... MEDIATRICE SACRA DI UN MONDO ARCAICO ORMAI DIMENTICATO.... # 2
il sesso nell'antichità era considerato una vera e propria liturgia, a dire un mistico atto sacramentale (ierogamia) che permetteva ad entrambi i partner di trascendere i propri sensi comuni per entrare in una nuova dimensione spirituale. Il sesso no è l'abisso del corpo, ma la soglia dell'anima.
Essenzialmente si trattava di un rito di passaggio e di trasformazione interiore: di qui la ierodula, la serva-amante, veniva chiamata pertanto «Grande Prostituta» (assumendo l'epiteto della dea al cui servizio era addetta), ed eseguiva ogni volta un particolare atto sessuale di coitus reservatus, un intenso e prolungato orgasmo di tutto il corpo senza emissione di fluido seminale, il quale avrebbe condotto l'uomo all'horasis, l'illuminazione spirituale o Sophia, che equivaleva in sostanza ad una forma suprema del rinnovamento interiore raggiunta attraverso la sublime esperienza erotica del Femminile.
In India questa speciale tecnica sessuale è conosciuta dalla dottrina tantrica come maithuna, un raffinato procedimento di sensi che permette all'uomo di assimilare appunto dentro di sé l'innata sapienza magica della donna. 
Il sesso è vita, attraverso il sesso veniamo alla vita, è una fonte di energia, chi non ne ha un attività sessuale paria al sesso o si fossilizza (acidità caratteriale tipico della persona isterica o zitellona) o diventa violento (3 sono le ragioni per cui un animale è violento: autodifesa, mancanza di cibo o di sesso, altrimenti l'animale è sempre tranquillo).

LA PUTTANA ... MEDIATRICE SACRA DI UN MONDO ARCAICO ORMAI DIMENTICATO.... # 3
L'atto sessuale tra un uomo e la sacerdotessa era il mezzo per ricevere la gnosi, per fare esperienza del divino [...] perchè il sesso è una delle fonte di energia che ha il corpo, nel sesso il corpo tocca dei limiti (chiamati orgasmi) limiti di trascendenza, quindi di uscire da se stessi, per questo si dice "sto venendo.... vengo, esco" l'orgasmo è come una piccola morte, come uno svuotarsi, come toccare con un dito il cielo, sfiorare la frontiera tra corpo e spirito, proprio attraverso la fusione con un altro corpo (giusto come lo eravamo tutti quando stavamo nel grembo materno) Il corpo della sacerdotessa diventava, in modo impensabile per il mondo occidentale contemporaneo, letteralmente e metaforicamente una via per entrare in rapporto con gli dei, con la dimensione Divina. Per i pagani, infatti, le donne erano naturalmente in contatto con il divino (sono loro che generano e procreano), mentre l'uomo, da solo, non poteva raggiungere questo obiettivo». 
Il sesso quindi era un atto sacro, una fusione divina che si svolgeva nei templi con le sacerdotesse, come lo è oggi la messa per il prete cattolico. Ma con l'avvento del patriarcalismo, l'unico intermediario fu l'uomo, le sacerdotesse espulse dai templi sulle strade e da allora divennero puttane spogliate dal potere spirituale, quindi solo fisico e materiale, il sesso squallido e animalesco di cui noi oggi siamo gli eredi.

LA PUTTANA ... MEDIATRICE SACRA DI UN MONDO ARCAICO ORMAI DIMENTICATO.... # 4
Si noti che alle ierodule era solito attribuirsi gli epiteti di «Vergine Santa» o «Grande Prostituta», titoli che in ogni caso nel paganesimo matriarcale si riferivano comunemente ad una sacra sacerdotessa depositaria dell'oscuro segreto femminile relativo alla gnosi magica del divino, essendo costei l'incarnazione terrena della Dea sotto la cui benedizione amministrava nei templi il culto religioso: di fatto, lo stesso termine harlot che nell'inglese letterario odierno designa una prostituta, trae origine, attraverso il francese medievale, proprio dalla parola greca "ierodula" (lett. serva sacra). Ora, tra le incombenze liturgiche delle Sante Vergini o ierodule, le serve sacre del tempio, c'erano i doveri di somministrare la grazia celeste della Dea, di far guarire dalle malattie attraverso lo sputo medicinale e le secrezioni della vagina, di profetizzare, di eseguire le sacre danze in onore della divinità nonché di intonare le lamentazioni funebri e di diventare «Spose» del dio-sacerdote nei riti prestabiliti del matrimonio sacro.

L'IMMAGINE DIPINTA IN BRASILE DELLA DEA JEMANJA', 
LA DEA DEL MARE. COLEI CHE SI RIMIRA NELLO SPECCHIO 
E CON LA MANO SINISTRA INDICA LA VIA AI NAVIGANTI.

L'ERA MATRIARCALE (i suoi pro e contro). #1
La società nei suoi albori era matriarcale, la donna dominava i rapporti sociali, l’uomo era per lei un servitore, una mano di forza, un oggetto di piacere. La regina sceglieva i suoi amanti per il puro piacere (era la donna ad avere un harem), non aveva in mente un padre per i suoi figli (perché la concezione da parte dell’uomo era sconosciuta, dunque l’idea e il ruolo di padre era inesistente) fu dopo quando scoprì sia la partecipazione che la sua esclusività che nacque il patriarcalismo. La donna non era esclusiva per un uomo (questa prassi è posteriore quando l'uomo fa della donna una proprietà), non fu l'agricoltura a far sì che l'uomo cercasse il potere della terra, perchè le terre si poteva condividere, la moglie NO.

L'ERA MATRIARCALE (i suoi pro e contro). #2
Quando gli dei erano donne, quando si parlava di eroine e non sono di eroi in senso maschile, il mondo girava intorno alla gioia e alla fertilità, era un luogo domestico, l’uomo era più attaccato alla terra, il suo baricentro era il focolare domestico dove la donna allevava i figli; dunque l’essere umano si sentiva in questo pianeta non come uno straniero, ma si sentiva a casa, nel suo mondo, nella sua con-naturalità con il creato, furono le religioni tardive a farci sentire stranieri in questo mondo, spatriati dal cielo lontano e sconosciuto.

L'ERA MATRIARCALE (i suoi pro e contro). #3
Ciò che spinse l'uomo al potere e alla conquista delle terre non fu l'agricoltura, ma l'esclusività di avere individualmente una donna e dei figli quindi anche una terra una casa un status quo. Anche le società che vivevano della caccia e non dell'agricoltura divennero patriarcali, perchè fu la donna come oggetto e possessione il perno del cambiamento. 
Però questo mondo materno non infondeva fiducia verso l’esterno, così come ognuno di noi si sente al sicuro in casa materna mentre prova la paura di affrontare il mondo e la società esterna, e vale a dire che il lato scuro maschile mancava d’essere conquistato e scoperto. Di fatto, finché l’individuo non si sente separato dall'inconscio collettivo del sentimento materno non acquista fiducia in se stesso, perciò allora non sorgeva ancora la civilizzazione, l’uomo che abbandona la casa e va a conquistare il mondo. A livello personale questo fenomeno oggi è in crescita: i ragazzi che non vogliono abbandonare la casa dei genitori, gli eterni mammoni o figli di papa; la chiesa madre diventa per molti, a livello psicologico, l’eterno ritorno alle origini, la cerchia di protezione contro le minacce del mondo, il che fa paura una certa apertura al mondo paterno, come lo dimostra la ritrosia delle gerarchie religiose nei confronti delle mentalità laiche. Le religioni che evitano il monocrome immondo sono ancora reduci di questa tendenza matriarcale (mamma non vuole che tu esca da casa).

L'ERA MATRIARCALE (i suoi pro e contro). #4
MITI ARCAICI E ARCHETIPI DEL PASSAGGIO DEL MATRIARCATO AL PATRIARCATO 
L'esclusione dell'uomo dei misteri della vita, della sua partecipazione al concepimento, della sua forza spirituale (che era in mano e in grembo alle donne) e del sentirsi rilegato soltanto alla forza lavorativa l'hanno reso violento e pauroso. La violenza e la paura prevalsero sul fascino della donna e si trasformarono in terrore e prepotenza. Donne togliete ad un uomo la sua spiritualità, non aiutatelo a scoprire la sua anima ed avrete il vostro peggiore nemico.
In alcuni miti greci, questo passaggio viene descritto in chiave simbolica: Perseo taglia la testa a Medusa, Bellerofonte uccise il mostro Chimera (Una variante della storia di Perseo, in ambedue appare il cavallo alato Pegaso, in segno del potere ormai nelle mani dell’uomo, perché il cavallo è simbolo di regalità), Il dio babilonese Marduk uccise la dea del mare Tiamat e infine, nella bibbia, la donna Eva è ingannata dal serpente che, guardate il caso, in tutta la mitologia antica era descritto come “Ophion”, lo sposo di Era, quindi il futuro Zeus greco, il Dio maschio, Padre e Padrone. D’allora Dio è maschio e la società patriarcale.

DAL MATRIARCALISMO AL PATRIARCALISMO 
Ad un certo momento della storia il baricentro si sposta, si passa dal matriarcalismo al patriarcalismo: dalla terra, il corpo, il piacere, la donna … ecc, il movimento si rivolge al maschile: il cielo, lo spirito, la sapienza, l’uomo. L’uomo scopre non il suo ruolo nella fecondazione della donna ma l'esclusività di un solo partner, scopre che è il suo seme a fecondare il grembo, prende in mano il potere, il fallo divenne in molte tribù simbolo di culto ed adorazione, mentre la donna divenne segregata ad un posto secondario e subirà per moltissimi secoli, fino ancora ad oggi in molte culture, il peso di questa scoperta non priva di un risentimento maschile che rivendica quei tempi in cui il suo “potere” fu tradito dalla dolcezza femminile che lo aveva incantato. Il velo di sacralità diventa burka di segregazione, il focolaio di centro domestico diventa una casa chiusa dove lei viene addomesticata, dalla sacerdotessa nel tempio viene espulsa sulla strada e diventa puttana, dalla donna saggia e racconta storie si riduce a strega. Non si adorano più le statue con donne incinta ma il fallo maschile. Allora l'uomo abbandona la casa, dal mondo sedentario e tribale si passa alla società nomade e quindi alla civiltà. Se nel matriarcalismo la discendenza dovesse essere rintracciata secondo il lignaggio femminile perchè solo la madre del bambino era conosciuta (non esisteva la famiglia centrata sul potere paterno dell'uomo), la società dei primati era fondata sulla solidarietà della donna che trascendeva la competitività sessuale e la gelosia. Con il patriarcalismo l'uomo impone alla donna la verginità prima del matrimonio (matri monio=doveri della madre) e la fedeltà dopo. Il Patrimonio (potere economico) non è la causa ma la conseguenza, non fu l'agricoltura ma il possesso della donna il perno di questo passaggio, quindi il sesso e la sua esclusività.

IL POSSESSO DELLA DONNA
Con l'avvento dell'agricoltura, l'uomo spodesta la donna. Con essa le civiltà smettono di essere nomadi e si passa alla stanzialità. L'uomo iniziò ad impossessarsi della terra e da lì nacque la necessità di assicurarsi la propria discendenza genetica, per poter mantenere il patrimonio nelle famiglie. La cultura matriarcale invece spesso era caratterizzata da frequenti spostamenti, perchè gli uomini cacciavano, e per farlo spesso si allontanavano per giorni, mentre le donne assicuravano il sostentamento quotidiano con la raccolta di frutti e tuberi... L'uomo voleva assicurarsi una prole tutta sua, sapeva ormai che i figli erano suoi, come le cose, da allora la donna diventa proprietà, l'unione diventa matrimoniale e il tabù della verginità e della fedeltà diventa monogamico per le donne (agli uomini era concesso avere tante donne mentre alle donne la poliandria NO). La donna diventa patrimonio dell'uomo, una cosa in più di avere, anche nel linguaggio di oggi ancora si dice di avere un ragazzo, avere una moglie quando in verità le persone non si possiedono, perchè a livello psicologico per quel che riguardano i rapporti effettivi siamo ancora al neolitico.

IL MISTERO DELLA GRAVIDANZA
L’uomo antico cercava di dare una ragione alla nascita … come avveniva? Noi spesso facciamo ragionamenti "a posteriori" diamo per scontato che certe conoscenze, persino qualche decada fa, erano sconosciute (come il ciclo di fertilità dell'ovulo) Dobbiamo ragionare "ante fatum" come se noi dovessimo trovarci in quel momento (alcuni credono che Gesù è cristiano, appunto un ragionamento non "ante fatum" ma "a posteriori") All'inizio l'uomo non sapeva il perchè, poi attraverso il suo istinto animale scoprì che fecondava ma non sapeva quale fosse il padre, solo quando scopri la esclusività, segregò la donna come proprietà (donde la nascita della verginità la fedeltà e il matrimonio). Nei miti della creazione di Pelagio l’elemento che concepiva la vita era l’aria: l’aria gonfiava le onde del mare, gonfia le sacche, gonfiava quindi anche il ventre delle donne. In ebraico lo spirito santo è una parola femminile (la Ruah), lo troviamo sulle acque della creazione: “Lo Spirito di Dio aleggiava (covava) sulle acque” (Gen 1,2). L’asinella esposta sulla collina con la coda alzata verso il vento boreale, era un rito di fecondazione. Alcuni vedevano i grani cadere per terra e poi crescere, per questo pensavano che la gravidanza proveniva da un frutto segreto; altri vedendo i fiumi gonfiarsi, credevano che fosse l’acqua l’elemento vitale della concezione, altri ancora si vedevano gonfiare dopo la puntura di un animale e pensavano ad una possibile gravidanza, ma fu allora che il serpente prese la forma dell’incarnazione della morte, perché le persone morivano dopo il morso di cui loro ignoravano il veleno. Tutte queste primitive esperienze formano nella coscienza comune dei simboli arcaici unici: era la gravidanza, le pance delle donne, il centro dove gravitava il mistero della vita, era la donna la Dea, l’uomo non sapeva che era anche partecipe con il suo seme alla vita. La prima adorazione quindi è nata dall’uomo verso la Donna Dea e Madre. Vi sembrerà strano, ma lo stesso avviene oggi a livello spirituale: le persone per lo più non sanno come si nasce dentro nell'anima, come avviene il concepimento nell'unione del duale tra Yin e Yang, tra il femmineo e il maschile, tra la nostra ombra psichica istintiva e la nostra luce intuitiva, come essere in equilibrio accogliendo sia il bene che il male...

DIVERSI TIPI DI MADRE
Dovete riconnettervi con vostra madre, in tutti i suoi stadi evolutivi:
- Siate in pace ed armonia con la madre che vi ha concepito e dato la vita, il vostro corpo e il suo latte, da lei avete una impronta in bene, se fosse in male (scompensi, mancanze) cercate di rimediare altrimenti avrete sempre problemi nei rapporti orali e nei rapporti creativi.
- la madre psichica, quella parte della vostra mente che è in contatto con il femmineo dell'universo, con la spiritualità, la sensibilità, l'armonia, ecc... con lei farete nascere in voi l'anima e tutte le sue virtù: umiltà, accoglienza, generosità, amore, ecc…)
- Poi c’è la madre terra che può fare moltissimo: sia il vostro sangue che il vostro respiro dipendono da questa madre terra (sempre il femminile). 
Prendiamo l'aria , l'acqua, la terra attraverso il cibo, il fuoco attraverso il sole... 
Se voi andrete contro le leggi della madre terra allora vi ammalerete (mai contro natura).

DONNA E DONO 
Donna e dono sono termini così simili nel suono da evocare il medesimo simbolismo del dare, ma dare non si deve ridurre al quel senso di servilismo a cui le donne sono state educate da tempi immemorabili.
Essere dono non vuol dire soltanto donare bensì nel senso di essere un DONO una meraviglia, una grazie, un pregio, come lo è il dono dell vita, dell'essere e della natura stessa insito nel più profondo della Donna, per questo la donna è chiamata per essenza a fare della propria natura femminile un dono, 
al punto di essere Luce per gli altri, in modo naturale, senza ostentazione, senza sforzo, 
e tanto meno senza FORZATURE, dunque una Luce che arriva dal profondo, 
che c'è e può manifestarsi così com'è, rimanendo non al buio, non disperse, non smarrite, 
non perdute nel cammino dell’uomo, ma luce per se stesse. 
Come una candela che illumina tutto ma anche se stessa. 
Un femminile da cui tutto deriva, un femminile che ama il maschile, 
che cura, sorride, condivide, crea e unisce.

FEMMINILITÀ FERITA 
La ricettività innata della psiche femminile, è estremamente sensibile a tutte le influenze esterne. Quando una donna subisce il dominio maschile, la brutalità, il controllo e l'abuso di potere, lei riceve e assorbe queste energie fino a diventare una parte di lei e qui giace il pericolo di diventare una donna masconilizzata, quindi arrogante prepotente, volgare, violenta. Lei fa fatica a gestire le emozioni e i sentimenti che non sono di lei. La saggezza del essenza femminile è stata spostata da secoli e fino ad oggi verso il maschilista, ma questo non è il suo mondo, e le sue vie non sono le sue abitudini. I suoi ruoli naturali di amante, nutrice, creatrice, guaritrice, levatrice, madre, sacerdotessa e musa non ritrovano posto facilmente all'interno della psiche della civiltà moderna.

DA UN ESTREMO ALL'ALTRO 
Nel matriarcalismo l'uomo era segregato al lavoro
nel patriarcalismo la donna venne rinchiusa in casa,
nel matriarcalismo l'uomo era come il fuco per la regina, atto a fecondare senza arte ne parte in quanto lei era potere a se stessa, era l'uomo fallo, poi nel patriarcalismo lei diventa la donna vagina, la cui sensualità si riduce al piacere carnale. Nel matriarcalismo l'uomo era parte di una forza che proteggeva il collettivo di una tribù e focolare, mentre nel patriarcalismo l'uomo si apre al mondo e cerca la sua individualità. L'uomo allora teme la paura dell'abbandono e la donna divenne proprietà, la famiglia non più un prodotto naturale ma un fenomeno programmato di un sistema in cui la donna fa parte del progetto di un uomo: lei i figli la casa e i mobili sono cose con cui l'uomo costruisce il suo mondo. L'uomo si garantisce la paternità ed inventa la verginità e la fedeltà e la monogamia in vista di manipolare la donna (lui rimane poligamo nella sua clandestinità e non è tenuto alla verginità). Il femminismo come reazione moderna tende però a rendere la donna maschile e l'uomo grottesco, da un estremo stiamo passando all'altro purtroppo.

DONNA E MADONNA (prima parte)
Per comprender il serio contrasto della donna moderna dobbiamo affondare le sue radice nella cultura che le sta alle spalle: quella cristiana che ha creato il modello delle madonne, cioè le femmine che si dedicavano alla casa, ai figli, alle faccende domestiche, custodi dell'unione famigliare, ma alle quali è stato negato apertamente di essere sexy seducenti attrattive, persino l'abbigliamento era molto castigato (casto). 
Dopo i figli del fiori, l'epoca del 68, venne la rivoluzione sessuale, 
la femmina scopre l'attrazione della sua bellezza, il diritto ai suoi piaceri, il suo ruolo anche attivo nella sessualità e non soltanto di subire passivamente le conquiste, 
nasce allora la donna femminile femminista emancipata 
(spesso, ahimè maschilista). 
L'uomo allora va in crisi, perchè finora lui non era mai stato nè educato nè abituato a concepire questi due ruoli nella stessa donna: per lui le donne quelle sexy, attraenti, emancipate, erano quelle clandestine, le amanti, le troie, le puttane al limite, 
quelle però in cui lui trovava una parte indispensabile per la sua sessualità ... 
come dice la Wolf: la signora per bene toglie all'uomo la sua essenza maschile, 
la donna libertina gliela ridà.

DONNA E MADONNA (seconda parte)
L'uomo si sente venir meno il suo potere maschile e sessuale (ecco il sesso debole, non la donna bensì quello dell'uomo che non regge la potenza sessuale della donna emancipata) se accetta che anche la sua donna abbia il diritto di vivere il piacere della sua femminilità senza far a meno alla sua maternità. La madre troia non rientra nella nostra mentalità, noi siamo stati abituati a vedere madre vergini (le madonne). Invece una donna che potrebbe colmare l'uomo in pienezza è quella che pur essendo signora in salotto è anche troia al letto, senza paura di pregiudizi e critiche maschili di falso perbenismo e moralismo sociale. 
Per se-durre, cioè trarre a se, l'uomo, la donna ha l'arduo compito di sapere coniugare queste sue dimensioni: materna e seducente, signora e troia, seria eppure emancipata. Ma la società spesso la condanna se vive apertamente la sua parte oscura o selvaggia, quindi la emargina di più nel nascondiglio e la clandestinità o la repressione psicologica e la solitudine morale.

DONNA E MADONNA (terza ed ultima parte)
L'uomo invece è tentato per il suo egoismo e prepotenza a non crederci a questo tipo di donna, troppo abituato a ricercare sempre il tipo di donna che gli fa comodo: quella che nessuno gliela tocca perchè pura ed immacolata, la sua madre e madonna! Lui continua a cercare nelle donne aspetti tipici del maschio edonista: dolcezza, conquista, sottomissione, adulazione e dedizione a lui e i suoi figli. La donna quindi seduttrice e cacciatrice mette in scacco matto l'uomo contemporaneo e tutta la società classica, per questo lui anche se disprezza in pubblico la troia se la cerca sempre di nascosto perchè ne ha bisogno ma non riconosce nella sua donna gli stessi bisogni. Inutile dare a lei soltanto una colpa, guardiamo dietro le quinte dove si nasconde il mostro del maschilismo mancate. La donna non può essere soltanto adorata da un uomo che la idolatra sporcandola per poi chiederle perdono. La divinità e la spiritualità sta nel femmineo, ma sta nelle donne rendere spirituali gli uomini con la loro maternità senza renderli per questo devoti (mammoni) poiche prima o poi si vendicheranno di una falsa dipendenza infantile incestuosa e sessuofobica repressiva.

LA NOSTRA ORIGINE: IL GREMBO MATERNO
Chi ricorda mai d’essere stato nel grembo di sua madre?. E anche se non ci fosse nessuno che ricordasse quel momento, non perciò credo che ci sia qualcuno che potrebbe negare di esserci stato!. Quel contatto quasi di fusione con la persona amata, la madre che ci ha fecondato, quel contatto di pace, di sicurezza, di quiete, d’immediatezza, d’accoglienza…quel contatto divino che segna per il resto della vita tutta la nostra trascendenza umana. Ogni uomo ed ogni donna porta in sé questa nostalgia paradisiaca del grembo materno, quel ricordo impreciso ma definitivo, quella sensazione vaga ma stabile, quell’impronta di assoluto, un non so che di misterioso che ci trascende e si riflette davanti un futuro verso il quale ci avviamo per tutta la nostra vita. Siamo di ritorno alla casa del Padre, verso il grembo divino, in cerca di un’Eden perduto. La Genesi è futuro, la genesi è profezia.

VOLETE UN MONDO NUOVO? AFFIDATEVI ALLA VECCHIA MADRE NATURA!
Si parla tanto di mondo nuovo, uomo nuovo, nuova filosofia. Diciamo sempre che è ora di cambiare, ma l'hanno sempre detto, le guerre esistono da tempi immemorabili, dai persiani i babilonesi greci e romani, per noi oggi sembra arrivato il momento critico perchè SIAMO NOI a viverlo e per questo ci pare terribile, ma lo è sempre stato!!! Il cambiamento avviene in ognuno di NOI, la rivoluzione avviene intorno a te e il mondo che ti circonda. OGNI COSA NELL'UNIVERSO è MOSSA DALLA STESSA IDENTICA ENERGIA CHE HA CREATO ANCHE IL PIANETA E L'UOMO STESSO, l'uomo deve capire che non è diviso dalla terra e dall'universo stesso. Natura ed Equilibrio sono le chiavi per aprire le porte ad un mondo migliore. E se ci pensiamo bene, sono le uniche chiavi che mai potranno creare divisione in noi, semplicemente perchè riguardano tutto e tutti nel cosmo. Siamo fedeli alla natura, lei come Madre vi rigenererà!!!

IL MISTERO DEL CORPO FEMMINILE
La donna ha un corpo più sinuoso, quindi in movimento, ha la vita, procrea, genera, si altera costantemente a causa dei suoi sbalzi ormonali, è la più visibile imitazione concentrata della natura e di Dio. il corpo della donna è un mistero dietro il quale si aprono abissi di condanna o di contemplazione infinita. Corpi segregati in dogmi, abitudini, tuniche, puritanismi e pudori oppure mercificati allo sbaraglio. voi donne per prima ce l'avete con il vostro corpo... o lo odiate perchè non siete belle, perchè non siete state apprezzate quindi anche invidiose e guai a vedere corpi belli, nudi, donne seducenti, oppure siete belle e lo mercificate, difficile trovare uno sguardo pulito di una donna sul corpo femminile. La donna che si scopre senza vergogna, che si da senza lasciarsi prendere (come l'aria, il sole), se non si sente preda oggetto fantasma, è la donna libera da ogni tabù ancestrale corporeo oggi mimetizzato in mille modi maschilisti e femministi estremi.

vedo in te un lupo e un agnello, sta a te saper vivere queste due dimensioni senza lasciare che il lupo uccida l'agnello e senza spaventare il lupo rinchiudendoti con l'agnello nella stalla della paura. Avvicinati a questi due animali pian piano senza fretta, conoscili, hanno tutti e due pro e contro... hanno tutti e due bisogni da esser curati assistiti sfamati. Non li devi riconciliare tra di loro (come insegna una falsa religiosità che fa dormire e pascolare gli agnelli con i lupi, non è nella loro natura, sono fantasticherie), li devi far vivere ognuno nel suo habitat naturale diventarne amico di loro ma rimanendo sempre in mezzo come mediazione tra loro. 

BALLO DI PASQUA (danza del ventre) 
La parola pasqua in inglese si dice Easter che è la traslitterazione di ISHTAR la dea dell'amore e della guerra. Il Mito narra che Ishtar, Dea Madre nell'antica Mesopotamia, perse tragicamente suo marito, Tamouz. Decise così di ricercarlo nell'Ade, il Mondo delle Ombre. Il percorso era ostile e tortuoso, e presentava un susseguirsi di sette cancelli ai quali appariva di volta in volta un demone guardiano. Per poter proseguire il viaggio, ad ogni cancello Ishtar era costretta a lasciare uno dei sette veli (donde nasce la danza del ventre, degli anelli e lo spogliarellismo, una danza per ingannare la morte di una passione infernale) veli che teneva appesi sui fianchi (simboli della sua gloria). Dopo aver ceduto l'ultimo velo, Isthar poté finalmente riabbracciare il suo amato Tamouz ed ottenne dalla sorella Ereshkigal, Signora degl'Inferi, il consenso di poterlo riportare per sei mesi l'anno sulla terra. Percepiamo in questa storia l'antico Mito del Ciclo Vitale o del Susseguirsi delle Stagioni sulla Terra, dove il viaggio di Ishtar simboleggiava l'inverno, mentre il ritorno dall'oltretomba con il marito, la primavera. Questi due eventi venivano celebrati dai popoli dell'antichità. Nel primo caso veniva organizzato un vero e proprio funerale, al quale seguiva un periodo di digiuno; nel secondo, invece, si organizzavano feste e banchetti. Per gli ebrei la parola pasqua significa "passaggio" del mar rosso quindi dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita.

PASSAGGIO COSMICO AL YIN FEMMINILE
La natura è fatta di cicli, anche a livello psichico interiore e spirituale noi siamo chiamati ad un cambiamento che trae le sue radici anche dall'ordine dell'universo. 
In PRINCIPIO fu URANO...Dio UNICO ed UNITO dell'universo": ERA l'androgino (gli ermafroditi e le ermafrodite), ma non era solo il celeste, aveva in mente la sua amata URANIA (la terra ERA), poi creò se stesso diviso in maschile OSIRIDE (Adamo) e femminile ISIDE (Eva), il mondo DUALE, i quali diedero vita a HORUS (SOLE; OM l'infinitamente grande, l'universo etereo): il figlio dell'uomo CRISTO, il VERBO, la MATERIA e attraverso lui la CONSAPEVOLEZZA, la figlia della verità che il Cristo concepisce nelle anime che a lui si uniscono (infinitamente piccolo, il pensiero). 
Pare che questo cambio genetico del dna odierno, sia l'inizio (nuovamente) di un ciclo che ri-creerà una nuove civiltà UNITA, ma lo raggiungono coloro che vi percorrono la VIA: androgina, ermafrodita, psicologicamente bisex, mentalmente cosmopolita.
La ciclicità della natura cosmica pare vi sia su ogni piano e livello...per natura universale! 
Questa verità è antica come le scuole misteriche (alchemiche) 
di origine pre-egizia precolombiane ed asiatiche.
Il prossimo ciclo sarà femminile, quindi di prevalenza MAGNETICA (YIN) 
e meno elettrica (maschile yang) 
Il ciclo magnetico invece, x natura cosmica, ri-evoca l'ascensione, ossia il risveglio della COSCIENZA.
Vi è un punto del ciclo dove nè maschile nè femminile prevalgono: quello sarà il tempo ermafroditico, ma quel punto è una conquista di spiriti illuminati, quelli spiriti angelici che sanno usare le 2 ali o emisferi cerebrali alla pari destro e sinistro, femminile e maschile.

Ogni simbolo legato al culto della Dea Madre venne assimilato al culto del demonio, al satanismo. Aberrazioni di ogni genere vennero attribuite alle donne che coltivavano e diffondevano la saggezza del legame profondo tra la Natura e l'essere umano. 
Crimini che oggi paghiamo con il degrado del nostro ambiente, con il suicidio collettivo del genere umano causato giorno dopo giorno dalle violenze inferte alla nostra Madre Terra.
Il cambiamento che porterà la salvezza sarà possibile solo grazie alla riscoperta di quei legami profondi che portavano le donne a ballare scalze sotto la Luna piena....

DONNE CHE CORRONO CON I LUPI... ATTENZIONE !!!
Questo è il titolo di un libro MERAVIGLIOSO come tanti oggi sul mercato 
(basta pensare anche a "Donne che amano troppo") ma sono libri PERICOLOSI!. 
SONO LIBRI CHE HANNO UN LINGUAGGIO CON TERMINI TECNICI CHE VANNO CAPITI... 
Clarissa Pinkola Estes quando parla di Femmineo o psiche femminile si riferisce ad una qualità che hanno sia maschi che femmine (è un emisfero cerebrale), INVECE il libro cade spesso in mano a donne che con comprendono questa terminologia psicologica e per di più, sono donne ferite dal mondo maschilista, quindi donne con la mente fragile dal punto di vista maschile il che porta automaticamente ad esaltare la loro femminilità e non ad illuminarla, finiscono per diventare femministe e non femminili 
(il maschilismo femminista è il peggiore di tutti, nato dall'odio), sono donne che odiano i lupi piuttosto che capaci di aiutarli a correre; questo libro può portare le donne ad odiare i maschi e ad una esaltazione irreale della donna. Pensate che questo libro è fatto sopratutto per gli uomini, i più feriti e mancanti da psicologia femminile, quindi bisogna confrontarsi sempre, altrimenti ci si crea un mondo che non esiste: solo il nostro e non fa altro che riaprire le loro ferite in maniera soggettiva quindi chiusa, non oggettiva, per questo questi libri sono come arme in mano a delle BAMBINE. Questo libro lo consiglierei a tutte le donne, va letto riletto e confrontato, una piccola Bibbia fiabesca per ritrovate il sacro dentro ogni donna ed ogni UOMO. Donne fate un percorso di risveglio attraverso questi libri, la musica, i film, ma non chiudetevi, cercate sempre il dialogo, altrimenti vi fate del male, con troppa luce ci si acceca.

LA FEMMINILITÀ PSICHICA
Questo potere divino chiamato femmineo è una capacita interiore, psichica, tanto dell'uomo come della donna. L'uomo acquista una individualità energetica e completa soltanto sotto l'influenza della donna. Una donna ha creato il suo corpo un'altra donna gli crea l'anima, a meno che dedicandosi allo spirito, visto che la dimensione spirituale è femmineo, questa lo rigenera e lo fa rinascere. La vera donna conduce l'uomo non soltanto nella sua intimità FISICA ma nel regno dello spirito. Molti uomini si perdono oggi nelle vie del mondo moderno proprio perchè hanno smarrito questa strada materna che li condurrebbe a casa, cioè nell'anima (l'uomo mammone è la prova fallimentare della donna priva di libertà interiore). E' anche la donna che perde il suo femmineo interiore diventa mascolinizzata, quindi priva di spiritualità e di istinto materno. In un mondo di verità, non c'è il matriarcato e neppure il patriarcato, non c'è lotta per il predominio. C'è solo la presenza di amore personale nelle relazioni tra uomo donna e natura.

.....le tre stagioni della femminilità....quante insidie alla sicurezza di sè...è il passare del tempo...e quanto invano invece di combatterlo "Molte donne perdono l'occasione per viverlo"..
Vorrei dire a questa donna "Non piangere".."Vivi con coraggio le tue stagioni senza rimpianti e non lasciare MAI che il mondo intorno a te ti misuri per il tuo aspetto...l'età è una malattia solo per chi intorno a te non ha saputo imparare a vivere"...Le tre età della donna - (Gustav Klimt)

L'ESSENZA YIN DELLA DONNA 
La vita della donna nella sua interiorità è ciclica, fluttuante, devota. L'utero in lei crea un VUOTO, un concavo, un richiamo sempre ad una dimensione profonda atemporale di donazione, proprio come l'essenza vuota di un atomo che crea in continuazione la materia. per questa ragione quando la donna si svuota al di fuori di lei, nel mondo esterno, si dispera. Lei sente sempre un richiamo ovulare, interno, a spirale, se non sa identificarlo vive inquieta. La donna è sorgente di vita, fonte di mistero, ha bisogno per natura ricrearsi dall'interno, è il richiamo al sacro, al divino, al mondo fatato, alla libertà, al contatto con la natura.

L'ANIMA DEL FEMMINEO E' FLUIDA 
Tutti noi nel grembo materno abbiamo vissuto il movimento del fluire, anche il parto è un fluire, è il respiro un altro... la vita è pregna di questo movimento che è quello naturale. Tutto trova un senso verso la flussione: anche il sangue che ci scorre nelle vene non fa altro che FLUIRE. La donna nella sua pienezza spirituale è flussione pura: flessive, dilatata, aperta, accogliente, non è mai rigida, tirata, chiusa, non si piega, non si stressa, non si incrina. la donna che sente la sua anima fluire ama senza paure, sa donarsi senza timore, sa persino schivare negarsi senza scomporsi nè preoccuparsi.

DONNA, MATRICE DELLA CREAZIONE
Il femminile è la matrice della creazione, questo è innegabile, ed ogni donna lo sa e lo sente nel profondo del suo Utero. La vita proviene dall'essenza del femmineo in natura, dalle donne, dalle femmine sia umane animali che piante: concepiscono, generano, allevano, curano. la nostra società ha dimenticato e ci ha allontanati da questo mistero da come la madre partecipa a questa meraviglia, offrendo il suo stesso sangue ed il suo stesso corpo a ciò che verrà alla luce.
Le culture religiose sono state impostate su un DIO spirito, non incarnato (persino Gesù il verbo INCARNATO, una delle più grandi filosofie che fa di Dio Uomo e della materia un regno spirituale, è stata travisata e resa astratta da dogmi politici e religiosi), donde di conseguenza l'isolamento della donna nel campo della religione, della politica, della sacralità sociale, per questo l'unica INCARNAZIONE che oggi le si da alla donna è offrire il suo corpo alla passione VUOTA, il che la rende disincarnata spiritualmente. I lievi tentativi di dare oggi spazio alla donna puntano in direzione sbagliata perché privi della sua sacralità e spiritualità essenzialmente materna.

IL MITO DELLA SIRENA
L'uomo è incantato dal mare per la sua profondità e il mito della donna che ha due nature, la donna splendida che lo incanta, è più che un mito: tutte le donne a livello interiore sviluppano due spazi principali e trascendentali che sono però VUOTI (rispecchio e riflesso del loro utero, organo che racchiude anche un VUOTO): Vuoto sessuale e vuoto spirituale. La donna che cerca di colmare questi vuoti spesso commette l'errore di esteriorizzarlo (fuori acqua, come la Sirena), cerca allora nell'uomo il piacere sessuale e sentirsi devota di lui, lo vede come un Dio. Ma spesso lei non trova nell'uomo nè l'una nè l'altra cosa.... donde il suo CANTO, ma ben si sa, il canto della sirena è un pianto (gli uomini non sanno che criticare il piangere delle donne e le sopportano per godere del loro piacere ma non risolvono nulla, vi rimangono intrappolati e pietrificati, annegati seguendo il canto insoddisfatto delle sirene). La donna in questo è divisa tra due mondi, come la sirena attira gli uomini al suo ombelico, ma lei è sempre fredda, sfuggevole, maligna cosciente o meno, prima o poi lei colpisce l'uomo con la sua coda di pesce: non ha gambe, la donna non cammina accanto ad un uomo privo di profondità, si rivela insoddisfatta: la vagina della sirena è coperta dalle squame di pesce, lei prima o poi si chiude e nega all'uomo l'amore e la passione. Soltanto un uomo spirituale può liberarsi dalla donna sirena e dalla sua condanna, perchè dirà a lei di trovare prima se stessa e la aiuterà a trasformare la coda in gambe sicchè lei possa camminare da SOLA.

IL RADUNO DELLE DONNE
Da tempi immemorabile, le donne hanno avuto sempre l'abitudine di radunarsi, di stare insieme, di ricrearsi uno spazio che la Dea Shakti chiama: lo spazio delle Dee. Questa Dea è l'energia vitale personalizzata immanente cioè la potenza dentro ognuno di noi. Non vi meravigliate se le donne ogni tanto sentono questo bisogno di stare insieme a dun amica e raccontarsi a ruota libera, peccato però che la donna non consapevole, non immersa nel suo flusso interiore prende questi momenti come il superfluo chiacchierare, il momento del pettegolezzo senza fine e senza ragione, ma le donne in raduno emanano un energia e ciò che manca a una, un'altra glielo dà, creandosi così uno scambio energetico che tra l'altro produce alti livelli di occitocina; parlare eccita le donne in alcuni periodi del mese, fa parte del loro ritmo ciclico ed ormonale, si abbassano anche i livelli di stress ed aiutano dopo a creare maggior empatia con il mondo in generale. Raggrupparsi fra donne è una sana abitudine quando al centro c'è qualcosa di vero spirituale profondo, bastano cose semplici: una meditazione, ballare, cantare, un dialogo e confronto creativo, dare spazio al ridere, allo sfogo di dubbi e traumi, lo scambio di esperienze... Quando ad unire le donne manca lo spirito di vita allora le donne diventano maligne, pettegole, distruttive, acide, superficiali. E' importante per una donna saper scegliere le sue amiche: Un cerchio di donne vere fa scorrere la saggezza naturale che c'è in ogni donna, la rende intuitiva, empatica perchè si risveglia l' informazione genetica ancestrale e può aiutare a ricreare reti neurali e connessioni perse fra l'utero e il cervello, perchè la donna pensa con le ovaie, lì c'è il centro creativo del suo corpo... se facciamo cerchi di donne possiamo arrivare ad una massa critica e risvegliare la femminilità consapevole.

Quando scopri la maternità della natura
ti sentirai a casa, ovunque tu sia.

Il nostro grande errore come civiltà è nato molto tempo fa quando abbiamo reso astratto invisibile e celeste tutto quello che era sacro, la conseguenza logica è stata che tutto quello che è terreno divenne profano, un mondo immondo quindi desacralizzato. Dio divenne solo Uomo e la civiltà maschilista, Dio divenne solo padre e l'interesse sociale Patrimonio (non matrimonio, quindi la donna oggetto in più del patrimonio sociale). Il patrimonio crea soltanto una realizzazione materiale esteriore mai interiore o spirituale e ciò fa precipitare l'ego nel proprio abisso dell'egoismo. Da questo abisso nasce la violenza e per mascherarla è nata la politica e per giustificarla è nato il sacrificio religioso.

Il femmineo è quella capacità psicologica (sia negli uomini che nelle donne) che sa educare la nostra dimensione maschile (sia negli uomini che nelle donne) a compenetrarsi con la natura. Chi non rispetta la natura e non vive in armonia con essa, è prova della sua non evoluzione interiore, la conseguenza è logica: la natura si ribella e ne diventiamo preda delle sue forze innate ed inconsce.

Nel silenzio del tuo utero
sta scritto ciò che passa nella linfa degli alberi:
tu sei tu propria essenza
per scoprirla devi passare dei cicli
di vita e morte e vita
senza attaccamenti 
senza disperarsi.

"Una donna sana è molto simile al lupo: robusta, consistente, dotata di forza vitale, apportatrice di vita, territoriale, inventiva, leale. La separazione dalla Natura provoca in lei un assottigliamento della sua personalità e le conferisce un’aria spettrale. Noi donne, non siamo venute in questo mondo per essere mezze vive, incapaci di slanci, di dare la caccia, di far nascere la vita, di creare. 
Quando la vita delle donne diventa statica è giunto il momento di lasciare emergere la donna selvaggia: è il momento che le funzioni creative della Psiche inondino il delta…Il che vuol dire: tracciare il territorio, trovare il proprio branco, cominciare ad esistere nel proprio corpo con sicurezza ed orgoglio a prescindere dalle sue qualità e dai suoi limiti, di parlare e di agire in nome proprio, di essere sobria e cosciente, di stare in allerta, di attingere agli innati poteri femminili di intuizione e sensibilità, di aderire ai propri cicli, per trovare ciò che ci appartiene e con dignità erigersi i verso i massimi livelli di coscienza. “
CLARISSA PINKOLA ESTES

DIO E' ANCHE MADRE NON SOLO PADRE
Anche se la Bibbia fa riferimento a Dio Madre (nel libro di Isaia) la divinità attuale che ha plasmato la cultura non contiene una dimensione femminile. La Trinità cristiana è stata definita con un immaginario del tutto maschile. Né il giudaismo né l'Islam sono l'archetipo femminile ad immagine di Dio. Con la perdita dell'immagine femminile dello spirito, il concetto di anima come una realtà invisibile e connessa al mondo si è persa. Come risultato la natura e la materia sono stati progressivamente sconsacrate. La Terra non è più Dea nè Madre, quindi non si ha un rapporto sano e di cura ma la materia viene sfruttata come merce alla pari della donna come oggetto e la spiritualità come fantasticheria per monopolizzare i più ignoranti con la religione. Finchè il femmineo non faccia parte del collettivo sociale, il mondo sarà sempre preda della prepotenza psichica maschile ( l'avidità e l'egoismo umano)

QUANDO LA DONNA DAVA ALLA LUCE IL SENSO DELL'UMANITÀ
Per una donna il mondo fisico e il mondo spirituale non possono mai essere separati: lei porta la luce del mondo all'interno delle cellule del suo corpo; la sessualità della donna per esempio è un donarsi che rimane sempre all'interno, l'uomo la esprime all'esterno con l'eiaculazione, appunto perchè la donna non deve svuotare il suo tempio sacro alla dea, ma ha bisogno di riconoscere "consapevolmente" questo potenziale divino e la sua profonda conoscenza, in modo che si possa viverlo al servizio della vita e la necessità dei tempi.
Il mondo ha bisogno della presenza di donne che sono sveglie e luminose dentro nell'anima, perchè la loro luce spirituale è il più grande dono che possono dare ai figli, facendo crescere una generazione luminosa e in grado di lavorare con la sostanza della vita, al fine di guarire e trasformare l'umanità intera; se noi viviamo in tempi di buio è perchè siamo stati partoriti da donne tenute nell'oscurità o ignoranza spirituale.

L’archetipo della Grande Madre possiede una quantità pressoché infinita di aspetti.
La magica autorità del femminile, la saggezza e l’elevatezza spirituale che trascende i limiti dell’intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l’istinto o l’impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l’abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l’ineluttabile. (Jung)

L'anima come la donna è l'unica potenza che possiede un essenza creativa, 
il femmineo psicologico, per cui soltanto chi semina ragioni nello spirito può rigenerarsi, 
soltanto chi feconda sentimenti spirituali può rinascere.

Il femmineo è oltre che capacità di intuito psicologico è connesso con l'infanzia.... 
ecco perchè per amare una persona 
è imprescindibile amare anche il bambino o la bambina che vi abita.



La donna è la prova dell'esistenza di Dio, porta con sè il dono di creare, procreare, curare, soffrire, allevare, capire, donarsi ... è una scintilla della Grande Dea Madre Terra. Ma se non è fedele al suo essere è la dimostrazione dell'esistenza del diavolo, porta liti, contese, morte, gelosie, abbandono, intrighi, perfidie, crudeltà. Il corpo della donna dimostra con le sue ondulazioni la forza del mistero che si libera dalla gravità materiale, è una spinta al divino, all'armonia tra tempo e spazio. Il corpo della donna è un invito alla ricerca del mistero divino o della perdizione temporale.


 LA DEA SHAKTI
In sanscrito Shakti significa energia, è la dea che pervade ed impregna tutto l'universo, 
è la forza che crea o distrugge ogni cosa. 
Rappresentata nella Dea Yoni (la vulva o vagina), 
luogo di nascita di ogni vivente.

"L'uomo pensa. La donna sogna. Pensare è avere il cranio di una larva; sognare è avere sulla fronte un'aureola. L'uomo è un oceano. La donna un lago. L'oceano ha la perla che adorna; il lago la poesia che abbaglia. L'uomo è l'aquila che vola. La donna è l'usignolo che canta. Volare è dominare lo spazio; cantare è conquistare l'Anima. L'uomo è un tempio. La donna il sacrario. Dinanzi al tempio ci scopriamo; davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine: l'uomo si trova dove termina la terra, la donna dove comincia il cielo...
L'uomo è la più elevata delle creature. 
La donna è il più sublime degli ideali. 
Dio fece per l'uomo un trono, 
per la donna un altare. 
Il trono esalta, l'altare santifica. 
L'uomo è il cervello. 
La donna è il cuore. 
Il cervello fabbrica luce, 
il cuore produce amore. 
La luce feconda, l'amore resuscita. 
L'uomo è forza per la ragione. 
La donna è invincibile per le lacrime. 
La ragione convince, 
le lacrime commuovono. 
L'uomo è capace di tutti gli eroismi. 
La donna di tutti i martiri. 
L'eroismo nobilita, 
il martirio sublima. 
L'uomo ha la supremazia. 
La donna la preferenza. 
La supremazia significa forza; 
la preferenza rappresenta il diritto. 
L'uomo è un genio. 
La donna un angelo. 
Il genio è incommensurabile; 
l'angelo indefinibile. 
L'aspirazione dell'uomo è la gloria suprema.
L'aspirazione della donna è la virtù estrema. 
La gloria rende tutto grande; 
la virtù rende tutto divino. 
L'uomo è un codice. 
La donna un vangelo. 
Il codice corregge, 
il vangelo perfeziona".

Victor Hugo
L'Uomo e la Donna

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