La scacchiera della Vita

 

SIAMO PEZZI DI SCACCHI NELLA SCHIACCHIERA DELL'ESISTENZA
La vita è troppo breve per poter giocare a scacchi, ma troppo lunga per poter comprende che attraverso gli scacchi si può capire le mosse infinite della vita stessa. La scacchiera è il simbolo dell’ eterna lotta dello Spirito contro la Materia; del male contro il bene; della coscienza universale contro l’ego; dell’ Essere contro il Non Essere. I colori bianco e nero sono i due principi della dualità e dell'alterità, del fluire tra una mossa e l'altra che  ci indicano il percorso di sviluppo per avere sempre il pieno controllo del nostro essere che impara a prendere decisioni corrette sia in situazioni positive che negative.

PIU CHE UN GIOCO E' LA VITA DEL DUALE
Questo gioco nasconde una dimensione esoterica, quella del duale (Yin e Yang) bianco e nero, bene e male, interiore esteriore. Una mente che vive nel dualismo subito dirà: ma se il Bianco è bene e spirito allora il Nero è solo male e materia quindi un giocatore è nell'opposto e l'altro nell'estremo opposto. Infatti così vivono le persone divise. Chi invece vive nel duale, nella visione unitaria comprende che il giocatore con le pedine Bianche ha delle pedine che si possono muovere sul nero (come l'albiere per esempio, sempre sul Nero anche se è Bianco e viceversa). 
Queste linee bianco e nere che si incrociano in continuazione sono le nostre azioni, sentimenti, pensieri, emozioni... è un continuo fluire di mosse, eventi in tutte le direzioni, ma con un solo obiettivo: restare in piedi il più a lungo possibile. Proprio come nella vita. Pertanto la scacchiera incarna la nostra vita, dove siamo chiamati a lottare per il trionfo dei nostri ideali e per raggiungere i nostri obiettivi.

ORIGINI STORICHE DEGLI SCACCHI
Il nome originale degli scacchi è la parola persiana  شاه shāh e significa Re. Gli scacchi arrivarono in Spagna attraverso gli arabi nel IX secolo, ma gli arabi l'avevano conquistato quando invasero la Persia ma come ogni conquista porta con se modifiche ed adattamenti alla nuova mentalità e di fatto in Persia il gioco si chiamava Il caturaṅga, è un antico gioco indiano che si presume essere il più accreditato precursore del gioco degli scacchi moderni. La parola caturanga significa "esercito composto da quattro elementi" o più letteralmente "quattro ranghi". Più il gioco diventa intimo più si riduce ad un gioco a due, come la sessualità d'altronde, ragione per cui tutti i giochi dove ci sia questa alterità nascondo le leggi dello spirito di fronte all'esistenza. Gli scacchi nella sua evoluzione dimostrano quindi la conquista anche del suo stesso spirito di Assoluto: Un solo Re che può vivere (giocare) se esiste un altro Re con cui paragonarsi. 

ZARATHUSTRA DA SCATTO MATO AL RE KHUSRAW
Fu il profeta Zarathustra lo storico fondatore degli Scacchi, nell’Iran Arcaico, ma nell'antica India (culla originaria degli scacchi) si dice che sia stato inventato dal Saggio Braminico Sissa su richiesta del Raja Balhait che gli aveva chiesto di concepire un gioco in cui il potere della mente potesse prevalere sulla sorte e dunque la fortuna non potesse influire minimamente.
La tradizione afferma che Re Khusraw fu così felice della ‘invenzione’ di Sissa che sull’onda dell’entusiasmo gli avrebbe detto di chiedergli in cambio qualsiasi cosa, qualsiasi desiderio. Il saggio bramino non chiede oro, ne cavalli, ne donne, ma volle un chicco di frumento nella prima casella della scacchiera, 2 chicchi nella seconda, 4 nella terza e, per ogni casella successiva alla precedente, che si andasse sempre a raddoppiare la quantità finchè tutte le 64 caselle fossero totalmente riempite dai chicchi di frumento secondo questa procedura... "Tutto qui?" disse il Re. Chiamò quindi subito il Grande Cerimoniere e gli ordinò di dare il grano a Sissa, ma dopo un calcolo informarono al Re che che la quantità totale di frumento da mandare a Sissa era talmente grande da non poter esistere in tutto l’impero. Per soddisfarla completamente, infatti, è stato calcolato che si dovrebbe coltivare tutta la superficie terrestre per almeno cinque volte e forse non basterebbe! Il numero dei chicchi dal punto di vista matematico è infatti di 2 elevato alla 64esima potenza meno 1, ovvero – usando una terminologia cara a Paperon de’ Paperoni – svariati fantastiliardi. Per la precisione 18446744073709551615.
Il re sgomentò imparò che non poteva compiere qualsiasi promessa, che una semplice azione come un chicco di grano può avere delle ripercussioni infinite. Questa è la prima e fondamentale regola spirituale degli scacchi: ogni azione ha nel tempo un evoluzione infinita di conseguenze, nessun uomo per quanto potente può governare l'Essere. 
 Zarathustra allora gli rivelò che lui non desiderava affatto quel frumento ma il suo vero scopo era quello di insegnare al re una importante lezione e dopo di che si ritirò a meditare nella foresta.

IL GIOCO DELL'EGO
Gli scacchi è il gioco dell'Ego per eccellenza: tutti pensano al Re, il Re pensa che tutti pensano a Lui. Tutti lavorano per lui, Lui lavora solo per se stesso. È molto interessante scoprire come questa pedina incarni l'archetipo universale dell'Assoluto apparentemente così necessario ma nella partica così Inutile. E' il viaggio dal Tutto al Nulla, è il percorso iniziatico che ci può aiutare a scoprir ele nostre debolezze e limiti dell'Ego, il primo tra tutti è il suo sentirsi illimitato, megalomane, imprescindibile. Intorno a questa consapevolezza possiamo sviluppare una conoscenza su se stessi, imparando che la vita si muove tutta intorno al Re ed è lì che c'è la bellezza del fluire dell'esistenza.


ANCHE IL RE NEL DOLORE E' UN PEDONE
Il Re e il Pedone negli scacchi sono uguali, come lo sono tutti gli esseri umani, nella dignità, nell'uguaglianza dei diritti, ma anche nella miseri e nel dolore, di fatto il Pedone ha un movimento o fluidità uguale al Re (si può muovere soltanto di una casella per volta) soltanto che il Re ha il codardo privilegio di tornare in dietro mentre il Pedone, come le avanguardie nella guerra, sono costrette ad andare sempre avanti e per prima, sono prede, sono i poveri della società con un unico sogno: arrivare alla metà, al lado opposto per trasformarsi in un songo caduto (regola degli scacchi, la promozione: quando un pedone raggiunge la sponda opposta si può trasformare in qualsiasi degli altri 4 pezzi forti della retroguardia e di solito il più scelto è diventare una seconda Regina). In questo caos il Pedone raggiunge il suo sogno regale: l'operaio padrone, l'ignorante istruito, il peccatore santo, il povero ricco, il debole forte, ecc... 

L'UNIONE FA LA FORZA
Dicono di essere i più deboli, ma se sapessero che sono la maggioranza e mettessero insieme la loro forza nessun regante resterebbe nel loro trono, sono gli uomini, i contadini, i poveri la massa, quelli che subiscono e vengono sacrificati per lo scopo finale che appartiene alla casta del Re. Ma i governanti lo sanno e fanno di tutto per mantenere il popolo diviso, seminando tra di loro razzismo, vendette, competizioni, invidie ed odio di ogni genere. I pedoni sono la maggioranza, sono i combattenti in prima linea, sono sempre loro a dare il via ai giochi della vita. Qualche volta il cavallo (le forze armate) può fare la prima mossa negli scacchi, ma resterebbe scoperto e senza sostegno se la linea di pedoni non si apre e si mette in gioco. 

LA GRANDEZZA E' DEI PICCOLI
I pedoni, sono quelli che fanno il lavoro sporco, quello più duro, creano barriere, passaggi, distrazioni, conquistando il primo avamposto per iniziare la battaglia. I pedoni sono 8 per parte (8 bianchi ed 8 neri). Questo numero ha diversi significati esoterici: 8 è l'infinito perchè è il numero dell'equilibrio cosmico (dopo il settimo giorno l'ottavo è eterno), la forma ottagonale è quella di templi buddisti imperniati su colui che fa girare la ruota del centro stesso dell'universo. Nei Tarot è il numero della Giustizia, viene universalmente considerato il numero “difensore” dell’equilibrio cosmico. Se si moltiplicano i pedoni bianchi per quelli neri si ha la completezza di tute le caselle della scacchiera: 8x8=64 proprio come avviene nei Ching: Nella filosofia orientale, l’interazione cosmica dello Yin e dello Yang realizza le così dette “Otto forze della natura”. Queste, nel loro insieme, danno forma agli 8 trigrammi. Questi, a loro volta, danno origine ai sessantaquattro esagrammi dell’I Ching. I pedoni quindi sono le 8 forze della natura: cielo-terra, fuoco-acqua, vento-tuono, montagna-lago. I pedoni sono le nostre forze ingenue, i novizi, l'entusiasmo della vita pronto a sacrificarsi per proteggere, per dare opportunità, per fare avanza gli altri. Sono la nostra dimensione più umile e divina e di fatto è l'unico pezzo degli scacchi che si trasforma in qualcun altro. E quando sono protetti possono rivelarsi decisivi per la vittoria. 

Il Re va matto per la Regina

IL MOVIMENTO STATICO DEL PEDONE, L'OMBRA DEL RE
Due sono i pezzi che si muovono molto lentamente nella scacchiera: il Pedone e il Re. Sì, proprio gli opposti, l'ultimo e il è primo. La loro possibilità di movimento è la più lenta, una sola casella, è come in natura quello che sembra si muove di meno è quello che non sta mai fermo, in natura tutto è in movimento specialmente quello che crediamo statico è il fondamento del movimento che le sta accanto o tutto intorno. Il Pedone è la regina del movimento, è l'essere statico nel mondo dinamico, è la forza impercettibile che attira ed attiva le strategie, le altre mosse. I pedoni vanno sempre avanti, non si fermano cioè nel senso che non possono tornare in dietro, sono come il tempo lanciato nello spazio, mentre il Re con lo stesso movimento può muoversi goffamente nel suo intorno. In altre parole il Re dal suo movimento dimostra di essere un pedone più grande, soltanto che si nasconde sotto una corona con dei privilegi, ma come il pedone è debole, troppo debole per essere arrogante; umano, troppo umano per credersi divino; indifeso, troppo sotto gli occhi e bersaglio di tutti per non essere come un pedone umile ed accettare di aver bisogno di tutti gli altri. 

LA NATURA DEI MOVIMENTI
Osservando l'estetica dei movimenti nei pezzi di scacchi possiamo vedere alcuni tratti specifici anche nel nostro modo di agire psicologicamente:
- Il re è la ragione per cui tutti gli altri pezzi si muovono
- La regina è lo spirito della ragione, ispirazione pura, la ninfa del movimento
- La Torre ha un movimento pesante, duro, deciso, la sua fermezza e la direzione sempre retta e diretta ci dice che il regno ha bisogno di un altra impostazione o angolatura: Quando la Torre si muove spesso la città è in emergenza, è uno spostamento, in trasferimento. La Torre indica pazienza (il più delle volte è immobilizzata), ma sono anche i carri di guerra. La torre è maschile: movimento assiale quindi logico, deciso, virile.
- I cavalli hanno il movimento meno aspettato, è il salto quantico dell'intuizione, il più elegante degli scacchi, la sua è una danza dinamica nello spazio statico
- L'alfiere è come un coltello, i suoi movimenti diagonali spesso profondi spaventano, sono diplomatici in quanto hanno una visuale molto lunga (è l'unico pezzo che domina il colore opposto: alfiere nero sempre su diagonali bianche ed alfiere bianco su diagonali neri), quindi è il dominio del duale, dell'opposto. L'alfiere è femminile: movimento diagonale quindi discreto e perspicace. 




PIU CHE UN GIOCO E' UNA FILOSOFIA DI VITA
Quando si sistema la scacchiera si dispone un’antica simbologia, si accede al perpetuo rito di una lotta che ha il mondo intero per teatro e noi i pezzi o pedine che dobbiamo interagire. Spesso ci sentiamo come delle pedine in mano ad una mente organizzatrice o manipolatrice. Ma sono il riflesso anche della nostra lotta interiore tra il bene e il male nella scacchiera dell'esistenza. Una volta però che conosci i pezzi sai che non è in realtà una lotta tra il bene e il male, ma tra l'ignoranza e la conoscenza in cui tutti possono diventare ambigui. Le truppe leggere, rappresentate dai pedoni, formano la prima linea, mentre il grosso dell’armata è costituito dalle truppe pesanti, i carri da guerra (le torri), i cavalieri (i cavalli) e gli elefanti da combattimento (gli alfieri) che sono anche diplomatici messaggeri, spie, infiltrati; il re e la sua dama – o il suo “consigliere” sono invece il cuore sempre in lotta, sempre minacciato, sempre all'erta, il Regno sempre in pericolo o sempre in vantaggio di conquiste. 
Il regno ha le sue coordinate, come i punti cardinali e sono 4 (2regine e 2 re)
L'ordine interno ha il numero dela perfetta organizzazione, il 12 (4 torri, 4 alfieri e 4 cavalli), come 12 sono gli apostoli e i punti di orientamento nello zodiaco (sono il triplo dei regnanti)
La massa o il popolo sono 16, i più numerosi, è la massa, la forza più potente ma inerte, passiva (sono il quadruplo dei regnati). Il 16 nei Tarot è la Torre, la costruzione per eccellenza, da essa escono i pedoni, la Torre è il loro guarnigione, casa, società, città. 

UNA SIMBOLOGIA DI VITA
Non è la lotta tra il bene contro il male
ma tra la conoscenza e l'ignoranza
tra luci ed ombre
tra dei e titani
tra angeli e demoni
tra l'Ego e la nostra consapevolezza

LA SCACCHIERA DELL'ESISTENZA
La forma della scacchiera corrisponde al tipo “classico” del Vastu-mandala, cioè l'intrecciarsi tra linee diagonali (orizzontali) e colonne (verticali), il diagramma tipico e classico che sostituisce il fondamento di un tempio o di una città, ma sono le coordinate psichiche dove la nostra anima si muove tra luci ed ombre, tra il bene e il male, tra il Yang e il Yin, l'eterna e ciclica alternanza delle caselle bianche e nere, alti e bassi, vita e morte, spazio e tempo. 

IL FILOSOFO E LO SCACCHISTA 
Qualcuno ha detto che la vita è troppo breve per giocare a scacchi, di fatto perchè gli scacchi sono così complessi che richiede tempo per riflettere e pensare, mentre la vita sfugge... quindi meglio vivere che pensare. Per il filosofo come per lo scacchista non è così: meglio pensare come vivere per non sprecare mosse utili o farne mosse fatali. La nostra società tecnologia sviluppa una mentalità pigra (incapace di legge il libro meglio vedere il film, il libro richiede attività e sforzo, mentre il film lo assorbi in maniera passiva), per cui ciò che più infastidisce, pare, è il carattere di sforzo mentale che gli scacchi impongono ma anche l'analisi per i filosofi è un azione ardue, per questo esiste un'affinità tra il filosofo e il giocare di scacchi: ambedue si chiedono che senso abbia e come risolvere la partita esistenziale del vivere e di fatto filosofi e scacchisti sono sempre stati visti come persone strane, eccentriche, al limite della normalità. Invece tanto i filosofi come gli scacchisti sanno che vivere al di fuori della conoscenza delle regole di questo gioco che è la vita, non ha senso se vogliamo chiamarci umani e razionali.

LA METAFORA DELLA PACE ARMATA 
Gli scacchi si presentano a semplice vista come la metafora della guerra: due eserciti si battono per difendere il loro Re finchè non conquistano la corona del Re nemico. Ma nell'antichità esisteva due dei della guerra: Marte (maschile) e Minerva (femminile). Marte è la spontaneità vitale, l’istinto, la forza bruta quindi la guerra che le persone combattono a diario per vivere sul piano materiale (guerre a scuola per avere voti, guerra per avere un lavoro, guerra per conquistare un amore, guerra per comprarsi una casa....) questo è il livello di chi gioca a scacchi senza capire ciò che si nasconde dietro: Minerva, lei è l'intuizione che comprende che Marte e la sua guerra sono imprigionati in un gioco infantile, la gabbia razionale che egli stesso si è creato: dando un valor e più alto al denaro che all'uomo che si ammazza per avere denaro, quando la guerra vale più della pace, la morte più del soldato, dunque il gioco degli scacchi sarebbe al contrario il simbolo della schiavitù dell’uomo, Minerva è l'intuizione psicologica che vuole liberarsi da questo condizionamento sociale, allora si instaura una guerra interiore, non più bruta dove vince il più forte o violento o furbo, ma il più intelligente e dove vince chi è in grado di applicare la strategia migliore. Se il sistema o scacchiera sociale è diventata una farsa Marziana, Minerva è la spiritualità che ci aiuta a fuggire nella strategia migliore, quella di capire ogni mossa, di prevedere le mosse successive (futuro) di tenere sotto controllo ogni pedina (esperienza). 

SCACCHI E STRUTTURA SOCIALE
Un altra metafora che si delinea dentro il piano degli scacchi è la struttura sociale: c'è un gobernante (Re e Regina) affiancano dal Clero che delimita il potere politico con rafforzamenti religiosi (Alfieri), si circondano dalla borghesia (I cavalieri) le cui mosse infrangono le regole altrui ma danno movimento economico alla società stessa. Le Torri sono la forza armata ed i pedoni i contadini (in spagnolo infatti si chiamano peon = lavoratore). In questa struttura la lotta è possibile se si resta uniti e tutto è piacevole finchè il gioco non finisce, ma la vittoria è sempre di un scelto. E' triste pero quando la vita sociale diventa una competizione degli uni contro gli altri, perchè quello che certi costruiscono altri distruggeranno per prevalere: lotte tra quartieri, tra classi sociali, tra nazioni hanno la matrice nella lotta interna nelle famiglia tra gli stessi coniugi e fratelli. 

“Aiòn (il Tempo) è un fanciullo che gioca, 
muovendo le tessere di una scacchiera; 
la signoria è di un bambino”.
- Nietzsche -

LA MORTE ARRIVA SEMPRE PUNTUALE
Nel film "Il Settimo Sigillo" del 1957 diretto da Ingmar Bergman, il cavaliere Antonius Block trova ad attenderlo la Morte, ma Block decide di sfidarla a scacchi, per rimandare la sua dipartita, e la Morte acconsente al rinvio. In questo modo l'unico modo di temporeggiare il momento di morire è cercando di vivere ogni momento con più intensità, gli scacchi in questo dramma insegnano a fermarsi e contemplare con profondità ogni secondo che ci rimane di tempo. Per quanto la vita sia in vantaggio, cioè la prima mossa delle pedine bianche, la morte, vale a dire i neri, sono sempre appresso un secondo dietro, perchè ogni momento che noi viviamo stiamo anche morendo nello stesso momento. 

Gli scacchi sono un gioco troppo serio per chiamarlo gioco
non si ride, non si scherza, non si fanno scherzi, non c'è spazio per barare,
ma è questa serietà che rende il gioco degno ammirazione,
è questa ammirazione che crea l'atmosfera sacra:
di silenzio, di attesa, di ascolto del proprio ragionamento come la meditazione,
del rispetto per il tempo e la concentrazione dell'avversario,
persino si sente la solitudine e cioè la presenza unica dell'azione imminente.
Gli scacchi per questo sono eleganti, estaticamente sublimi.

LA MISERIA DEL RE
Il Re ... è limitato nei movimenti, lento, il peso della sua importanza lo rende quasi ingombrante, come ogni regnante tutto gira intorno a lui ma lui in paragone con gli altri fa poco o Nulla. Si dice che il Re al cesso è ugual all'ultimo dei miseri mortali, è un pedone qualunque, il cesso è il trono più veritiero, vi si siede la vulnerabilità umana.  Il Re viene sempre difeso, soltanto alla fine, ormai nel bisogno, quando tutti si sono sacrificati per lui, è costretto a difendersi e qui viene il carattere nascono del vero e falso re: il falso dice che non lotta perchè la sua grandezza non è degna di sporcarsi le mani, disdegna la volgarità del conflitto fisico, ma in realtà è un codardo e meschino, si arrende subito. Il vero Re invece lotta, si muove lento come un Samurai ma è efficace, sa proteggersi tagliando spazi e mettendo il Re nemico alle strette.
Il Re è l'unico pezzo che non muore, basta detronizzarlo, per lui come ogni uomo di potere non c'è peggiore morte che perdere la corona e vivere senza il potere come ogni comune mortale, infatti una volta minacciato senza vie di scampo, non si porta mai a compimento la presa, ma il pezzo viene inclinato in orizzontale sulla scacchiera, e il suo regno è finito. Uccidere i re, era considerato gesto volgare e da plebei, la vendetta è lasciarlo vivo facendo la vita di un comune contadino (Pedone).
Ha pensato di essere al centro dell'attenzione invece era il bersagli di tutti, è il prezzo da pagare per una tale importanza che si rivela non di rado arroganza o semplicemente illusione divina, troppo umana per essere compresa.  

L'ETERNA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE
Bianco e Nero, sempre gli opposti nella loro eterna battaglia, a volte si vince a volte si perde, qualche volta vince il bianco altre volte il nero, interiorità ed esteriorità, questo è il simbolismo dei due Re, la polarità dell'Essere. In una partita ti trovi comunque di fronte al Bianco che ti attacca subito eppure è il bene, mentre il Nero parte alla difensiva eppure è il male. Negli Scacchi il nero è sempre in svantaggio, come lo fa credere la morale del bene di fronte al male, ma alla fine quel leggero vantaggio non permette a nessuno di credersi al sicuro, perchè la vita ti fa capire che il contrasto non è tra iol bene e il male ma soltanto tra l'intelligenza e l'ignoranza, anche il bianco può fare mosse sbagliate e perdere la sua supremazia. I colori negli scacchi ci insegnano che sia il bene che il male sta, non nel colore, ma nel modo in cui ti muovi, non sono le cose che sono buone o cattive ma è quello che tu fai con le cose, è l'intenzione quel che conta.  

Gli scacchi sono un mare 
dove un moscerino può bere 
e un elefante fare il bagno

Gli scacchi sono una guerra idealizzata, richiedono tattica, strategia, freddo calcolo e intuizione.
(Friedrich Dürrenmatt)

Gli scacchi sono un culto, ci entri come ad un tempio di mosse, numeri, movimenti, contrasti incalcolabili. E' arte pura, ti senti fuori dal tempo per questo tende a durare una vita quando trovi la partita della vita. Ha qualcosa di spirituale, perchè sei anche di fronte alla fede in te stesso, sai che c'è una corana da deporre ma non sai quale, è fede pura. Non sai il momento in cui la caduta arriva, perchè anche se tu facessi 20 mosse giuste basta una mossa sbagliata per mandare giù tutto il castello. 

Quando riesci a muovere un pedone con maestria e metti in difficoltà il nemico, riesci a comprendere come il dito invisibile di Dio possa agire nella creazione senza ostentazione alcuna. Il Pedone avendo la possibileità di coronare la linea opposta dimostra che è l'unico pezzo che ha un anima di trasfigurazione, di reincarnazione, di evoluzione. Neppure la Regina sa darti tante speranze come un pedone che corona il suo traguardo e raggiunge la fine del suo cammino. 


L'ALFIERE
E' il primo che troviamo alla destra del Re Bianco e alla sinistra del Re Nero. Ben sappiamo che la destra del Re è un posto di onore, ma il Re Nero l'ha riservato alla sua Regina, il Bianco pur essendo ritenuto come un colore di trasparenza e purezza, negli scacchi nasconde una debolezza, è l'alfiere la mano destra del Re, perchè il bianco rappresenta l'aspetto esterno quindi sociale, il Nero l'intimo e lo spirito del profondo. Il Re Bianco ha bisogno di un consigliere, di un diplomatico ed ecco che a livello militare l'alfiere è l'arciere, colpisce da lontano e con prudenza ( I Cavalli sono la cavalleria, gli Alfieri sono gli arcieri, le Torri sono l’artiglieria ). 


Giocare a scacchi è imparare a dominare la paura della morte. In una partita bisogna prevedere tutto, anche la propria fine. La solitudine dello scacchista all’avvicinarsi del “matto” è simile a quella del condannato.
(Francis Szpinger)

L'ALFIERE ANTICO
La parola alfiere viene dal arabo al-fil ed anche dal persiano pil e significa elefante.
Nell'anno 1000 l'alfiere era un elefante, la torre un cammello e la dama un visir. Nei paesi anglofoni è chiamato Bishop (vescovo). Nella lingua italiana, invece, il termine significa portabandiera e indica il soldato che, diversi secoli addietro, era deputato a portare il vessillo del suo esercito. Resta comunque una parola elegante per il suo ruolo anche diplomatico dentro la scacchiera accanto al Re. L'alfiere è il diplomatico, il consigliere, il mediatore, il messaggero, erano in origine elefanti che trasportavano una torre fortificata in groppa. 

IL VESCOVO ALFIERE
Nei paesi anglofoni l'alfiere viene chiamato Vescovo, la sua denominazione era dovuta all'influenza della Chiesa cattolica nel Medioevo e alla somiglianza dell'astratto arabo con la mitra usata dai vescovi del tempo. Ma è anche importante capire quanto la religione influisce in modo indiretto (diagonale proprio come si muove l'alfiere) nelle guerre, nelle strategie dei governi, nella politica ed in goni funzione sociale. La sua parvenza è la lealtà e di fatto  è l'unico pezzo che non può cambiare il colore delle case su cui si appoggia nei suoi movimenti in diagonale. Pertanto ogni colore possiederà un alfiere campo chiaro e un alfiere campo scuro e questo ti da il senso di uguaglianza: i bianchi hanno un emissario che sa muoversi sul campo nero e i Neri hanno un emissario che sa muoversi nei campi bianchi. Durante la partita l'alfiere acquista più forza in quanto i numeri dei pezzi presenti diminuiscono e dunque si aprono più linee (diagonali) su cui può operare, proprio come nella vita, quando le persone hanno meno speranze si aprono ai messaggeri di Dio. 

Gli scacchi ti danno il brivido di sfiorare sempre la perfezione, per questo ogni partita è decisa da un errore, non importa se nostro o dell’avversario. Vince la partita chi fa il penultimo errore.

I 6 MOVIMENTI STATICI E DINAMICI
E' affascinante il mutamento e il cambiamento dei pezzi sulla scacchiera. Sembrano tutti statici invece le strategie che girano intorno ad ogni pezzo sono vertiginose, dinamicità pura. E' il contrasto freddo dei pezzi immobili e il calore della mente che li vede tutti in movimento. I movimenti sono 6, come le linee degli esagrammi dei I Ching:
- Il Re è lo spirito, sembra sempre statico imprigionato nella materia, non può morire ma grazie a lui tutti cercano la vita, la vittoria.
- La Regina è l'anima, il succo della vita, ma anche se la più potente, come l'anima si può perdere e una volta che questo avviene nel gioco si sente il peso mortale, come quando si perde l'amore. 
- L'Alfiere è la mente, l'analista,il  diplomatico diagonale, sempre prudente. Il suo movimento diagonale è tipico dei compagni nella marcia.
- Il Cavallo è l'immaginazione, quello che sa saltare in modo imprevedibile, sa creare come un artista varchi, orizzonti e nuove strategie. Il suo movimento a salti è tipico dei maestri nella marcia.
- La Torre è la forza della volontà, si fa sentire il suo peso in situazioni critiche. Il suo movimento assiale o diagonale è tipico degli apprendisti nella marcia.
- Il Pedone è il fisico con le sue passioni allo sbaraglio, con i suoi sensi pronti a sacrificare tutto per il Tutto e come le nostre azioni non possono mai tornare in dietro: come le parole e le emozioni: vietato non esprimerle. 


La mia preferenza fra una donna a letto o una Donna sulla scacchiera… 
dipende dalla posizione.
(Boris Spassky)

UN MOVIMENTO SINISTRO
Il modo in cui si muovono gli alfieri è sinistro, imprevedibile a distanza, per diagonale, partendo dalla destra dei regali sono diplomatici, quasi a voler significare certo rigore, o per che no anche il fanatismo dei soggetti, incapaci di trascendere la loro parte e visione parziale, ecco perchè sono anche i religiosi (chiamati in Inglese vescovi) ma anche messaggeri regali, chiamati i portabandiera o portainsegna, chi tiene e ostenta lo stendardo col vessillo reale. Il loro fluire sulla scacchiera è tagliente, hanno uno stile sociale, burocrate, altezzoso. 

La coppia regale negli scacchi è la perfetta metafora della copia nella vita: il Re apparentemente conta di più ma può muoversi limitatamente, la Regina invece fa sempre come le pare. 

Non sono mai riuscito a capire gli scacchi. 
Sono troppo impegnativi per essere un gioco, ma è così coinvolgente il gioco che diventa un impegno totale. C’è troppa scienza per essere un gioco, e c’è troppo gioco per essere scienza. E' troppo esoterico per essere un gioco scoperto, ma chi sa giocarlo nasconde sempre dietro esotericamente la mossa vincente. 


La vita non è abastanza lunga per giocare a scacchi,
ma questo è un difetto della vita non degli scacchi.

Nella vita o sei un giocatore di scacchi 
o sei una pedina di scacchi

LA NOBILTÀ DEL CAVALLO
Uno dei pezzi fondamentali degli scacchi, oltre l'alfiere il cavallo è il secondo pezzo leggero. Nell’immaginario umano, il cavallo evoca libertà e bellezza, forza e nobiltà, valore e tenacia, ma non è stato sempre così, usato come strumento di guerra diventa anche simbolo negativo di devastazione e guerrieri in arrivo. Anche negli scaccio ogni suo movimento causa ansietà, perchè il suo movimento  le consente di colpire a 360° quando si trova in campo aperto, per questo il cavallo ci fa girare la testa intorno al pezzo per vedere dove salta e colpisce. 

IL MOVIMENTO DELL'IMMAGINAZIONE
Negli scacchi il cavallo è imprevedibile, la sua facilità di potersi muovere a campo aperto in tutte le direzioni saltando gli altri prezzi lo rende abile e pericoloso. E' il salto nell'immaginazione, è l'unico pezzo che ogni volta che si muove crea movimento, danza, perplesso. L’insolito modo di muoversi del Cavallo spesso è fonte di amare sorprese per chi sottovaluta la potenza di questa figura degli scacchi. La mossa chiamata "la forchetta del cavallo" lo dimostra: riesce a mettere in scacco il Re, costretto a muoversi, distruggendo poi la regina resa immobile ed indifesa. Ad ogni sua mossa l'avversario è costretto a guardarsi intorno per valutare tutte le sue insidie. E' il salto nel surreale, nella dimensioni delle possibilità  che una volta realizzate si credevano impossibili. 

I cavalli sugli angoli della scacchiera sono tristi, si sentono in stalla, sono come l'acqua di fronte all'argine,  molto limitati. 

IL GIRO DEL CAVALLO
A proposito del problema del “giro del Cavallo”, cioè la possibilità di far percorrere al Cavallo tutta la scacchiera toccando tutte le caselle una volta sola. Se la casella di partenza e quella di arrivo sono ancora unite fra loro dalla mossa del cavallo, il viaggio di dice "chiuso", altrimenti è "aperto". In figura riportiamo una soluzione del problema, un viaggio "aperto", ma con uno schema particolarmente elegante, proposto da Dudeney. Le mosse ovvio sono come nei IChing 63 + 1 della partenza iniziale = 64 e proprio gli esagrammi del I Ching sono 64. 














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Ad ogni fase del gioco, il giocatore è libero di scegliere fra varie possibilità; ma ogni mossa comporterà una serie di conseguenze ineluttabili: la necessità delimiterà vieppiù la libera scelta, facendo sì che il termine del gioco non rappresenti il frutto del caso, bensì il risultato di leggi rigorose. E’ qui che si rivela non soltanto la relazione fra volontà e destino, ma anche fra libertà e conoscenza


un re dell’India volle sapere se il mondo obbedisce all’intelligenza o al caso. Due saggi, suoi consiglieri, fornirono risposte contrastanti e, per provare le rispettive tesi, uno di loro prese come esempio il gioco degli scacchi, in cui l’intelligenza prevale sul caso, mentre l’altro portò dei dadi, immagine della fatalità.


I sette peccati capitali degli scacchi sono: superficialità, voracità, paura, incostanza, spreco di tempo, buonismo, immobilità.

(Xavier Tartakower)


La scacchiera è il Mondo. I pezzi sono i fenomeni dell’Universo. Le regole del gioco sono ciò che chiamiamo “le leggi della Natura”. Giocare è vivere e sentire l'ignoto su di te che ti si rivela.



Quando la Torre si muove spesso la città è in emergenza, è uno spostamento, in trasferimento



 Infatti, esaminando quest’ultima scopriremo che è composta da 8 righe orizzontali e 8 righe verticali che danno come risultato il numero cabalistico 8×8=64, 6+4=10 che rappresenta l’arcano n. 10 dei Tarocchi “La ruota della Fortuna”. Invece per sconfiggere i condizionamenti passati non voluti (Samsara) bisogna accogliere nella nostra vita l’ arcano n. 8 che rappresenta “La Giustizia armata di spada e di bilancia per mettere l’iniziato sulla retta via”. 




Relación entre táctica y estrategia

Para jugadores poco avanzados, la partida es simplemente una sucesión de episodios tácticos, a menudo no relacionados entre sí. Las partidas parecen ganarse o perderse casi por azar, por ejemplo, al “hacer una mala jugada” que pierde material. Al avanzar en el juego, sin embargo, los jugadores adquieren un control tal que los errores más graves van desapareciendo. A partir de entonces, el juego a menudo se define a favor de quien posee una mejor comprensión de cómo jugar una determinada posición, un mayor entendimiento estratégico.

Gli scacchi sono una guerra condotta sopra la scacchiera. L’obiettivo è schiacciare la mente dell’avversario.

(Bobby Fischer)


La presa “en passant” (dal francese: passando): è come se il nemico passasse su un ponte, per sparire alla vista dei cecchini avversari, non appena superato il ponte stesso. Potrebbe essere colpito solo ed esclusivamente mentre passa sul ponte. 

Un piccolo numero di elementi semplici che si unendosi tra di loro danno combinazioni infinite. Gli elementi della chimica, ma anche l’alfabeto, le note e i numeri. Le regole dell’universo sono l’invenzione di un giocatore di scacchi.

(Fabrizio Caramagna)

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