Il Kybalion apparve per la prima volta nel dicembre del 1908 e il suo contenuto è quindi oggi di pubblico dominio. Il libro afferma di essere basato sugli antichi insegnamenti dell'ermetismo tuttavia molte delle idee che presenta sono in realtà concetti moderni sviluppatesi in seno alla corrente di pensiero del New Thought. L'argomento centrale dell'opera è la "trasmutazione mentale" (descritta anche come "alchimia mentale", "arte della chimica mentale", "arte della polarizzazione" e "psicologia mistica") ovvero l'arte di modificare e trasformare i propri stati mentali così come quelli degli altri.
I sette principi
Ciascuno dei sette capitoli del volume è dedicato a un principio, o assioma:
- Principio del mentalismo, ovvero "tutto è mente".
- Principio di corrispondenza: c'è sempre una corrispondenza tra i fenomeni dei vari piani di esistenza (piano fisico, piano mentale, piano spirituale), in ossequio al principio "come in alto così in basso".
- Principio di vibrazione: niente è fermo, tutto è in movimento e in vibrazione. Le differenze tra la materia, l'energia, la mente e lo spirito sono riconducibili a differenze vibrazionali: più alto è il livello evolutivo, più alta è la frequenza vibrazionale. Il Tutto (l'Assoluto, la Mente Suprema) ha un livello vibrazionale infinitamente alto. L'arte della trasmutazione mentale consiste appunto nell'arte di modificare lo stato vibrazionale, risultato raggiungibile attraverso uno sforzo di volontà.
- Principio di polarità: tutto è duale, tutto ha due poli, ogni cosa ha il suo opposto. Ogni cosa "è" e "non è" allo stesso tempo, ogni verità non è che una mezza verità e al contempo una mezza falsità. Gli opposti condividono la stessa natura in gradi diversi, gli estremi si toccano, tutti i paradossi possono essere riconciliati.
- Principio di ritmo: in ogni cosa c'è un movimento simile a quello di un pendolo. Questo principio spiega come vi sia un ritmo in ogni coppia di opposti, o poli, ed è quindi strettamente collegato al Principio di polarità.
- Principio di causa ed effetto: c'è una causa per ogni effetto e un effetto per ogni causa. Il caso non esiste: "il caso" è solo il nome che si dà a cause non identificate o percepibili.
- Principio di genere: ogni cosa ha un genere, maschile o femminile. Questo concetto non ha a che fare con il genere sessuale. Il genere mentale è infatti slegato e indipendente dal genere fisico, o sessuale, di una persona. Il genere maschile è attivo, proiettato verso l'esterno, e la sua parola chiave è "Volontà". Il genere femminile è ricettivo, crea nuovi pensieri e idee, e la sua parola chiave è "Immaginazione". Tra i due generi deve esserci equilibrio: il maschile infatti, se non è bilanciato dal femminile, agisce indiscriminatamente tendendo al caos, così come il femminile, se non bilanciato dal maschile, tende viceversa alla stagnazione. Il maschile e il femminile insieme portano a un'azione ragionata, la quale conduce al successo.
IL PRIMO PRINCIPIO: TUTTO E' MENTE
ma non solo ...
Quando la nostra mente cerca di andare oltre tutti i confini possibili della sua immaginazione si imbatte con il Tutto come un Muro, ma questo imbattersi è ambiguo perchè subito la Mente pensa: e oltre questo Muro cosa c'è? se c'è qualcosa fa comunque parte di questo Tutto, se non c'è niente allora il Tutto non è Tutto ma esiste un qualcos'altro: il Nulla. Ma il Nulla è altrettanto ambiguo perchè in sè quando te lo immagini è già qualcosa altrimenti se fosse reale non lo si potrebbe nemmeno immaginare. Per tale ragione, il TUTTO, può essere considerato come una MENTE UNIVERSALE, VIVENTE ed INFINITA, ma quando lo pensi tu sei anche parte di quel tutto e nello stesso momento tu senti di essere un Nulla di fronte a questo infinito. Il Tutto quindi è inconoscibile in maniera Totale, ma possiamo conoscerlo gradualmente in maniera infinita e cioè non finiremo mai di conoscerlo, perchè il Tutto non si esaurisce. Dunque, l'essere umano non solo fa parte del Tutto, ma costituisce il suo TUTTO per mezzo della sua MENTE e vive nel suo TUTTO, per tale ragione, per astrazione, il TUTTO può essere concepito come una creazione mentale di ogni persona, per quel Tutto in ognuno di noi è diverso, chi ha una conoscenza più vasta, un'esperienza più profonda, afferra la natura mentale dell'universo in cui viviamo. Più si identifica il Tutto mentale interiore con il TUTTO reale esteriore, allora l'anima si trascende, di identifica con l'Universo ed entra in sintonia, simbiosi, vibrazione con l'Essere. Questo passaggio si chiama il Nulla (Buco Nero) in pochi ci riesco ad attraversarlo.
In conclusione, l'essere umano genera (si crea il suo mondo), è generato (dall'universo che lo compone) e si auto-genera nel TUTTO (nella misura che lo comprende, lo conosce, lo vive), quindi “Tutto è mente – L’Universo è mentale, ma il sentimentale dove resta? nel Nulla e soltanto chi lo vive sa cosa sia il non sapere, sente il non sentire, è l'Essere del Non-essere. Noi siamo stati concepiti nella Mente di un Essere Assoluto, siamo sue idee, immagini (un Matrix), ecco perchè sappiamo che quello che accade in Terra (Micro-cosmo) accade in Cielo (Macro-cosmo), ma sapere è una dimensione manca il sentire, perchè anche se tutto è Mente chi è consapevole gode di questo sapere, desidera questo sapere, alla fin fine il Tutto tutto è retto e sorretto da una sola forza: il DESIDERIO, comunemente chiamato anche AMORE.
SOGGETTIVITA' ED OGGETTIVITA'
Abbiamo compreso precedentemente che noi non siamo soltanto esseri pensanti (penso quindi esisto - Cogito ergo sum) ma siamo anche esseri sensienti, è l'emozione che regna in noi, senza questa persino il pensare non avrebbe un motore (motion) appunto emozione che non è altro che un movimento che si esterna in noi, le emozioni sono quelle vibrazioni che ci spingono in ogni istante a varcare la soglia dall'interno all'esterno, dalla nostra soggettività all'oggettività altrui o altrove. Sorge anche il dubbio esistenziale: sei sicuro che sei tu a creare il pensiero o è un pensiero che crea e trasforma te? sei davvero oggettivo nei tuoi giudizi o è solo frutto della tua Soggettività? sai essere soggetto a te stesso? (bellissima espressione: soggetto a te quindi riesci ad essere così oggettivo nei tuoi stessi confronti da sdoppiarti, uscire fuori di te e vederti in terza persona (sei Nulla e contempli il tuo Tutto dal TUTTO in cui ti sei sdoppiato), questa imparzialità è l'emozione più pura, il sentimento più nobile, il pensiero più alto, è la consapevolezza di chi vive il duale senza alcuna parzialità. Ma finchè ciò non avviene noi siamo vittime dentro questa mente ed emozioni di infiniti pensieri e sentimenti che si contrastano, si litigano per avere tutti il predominio di quello che chiamiamo il IO. Questo è il Primo Muro da abbattere: ritornare ad essere Padroni della propria casa, cioè tornare ad essere padroni della propria mente e delle proprie emozioni senza schiavizzare nessuno. Quando abbattiamo quel muro si apre il tempio, l'infinito, il Tutto.
Dunque questo è il primo principio, tutto è Mente, ma senza scadere nel razionalismo, non siamo soltanto cervelli, siamo anche sentimento quindi tutto è consentiMentale, una mente che Sente al di là di sè stessa, cogliendo il Tutto aldilà del Tutto (raggiungendo quindi il Nulla o Vuoto - Ventre - da cui tutto proviene).
IL SECONDO PRINCIPIO: CORRISPONDENZA
COME IN CIELO COSI IN TERRA
Il Tutto si riflette, ma non potrebbe corrispondersi se si rispecchiasse come il Tutto (astrazione soggettiva), per questo si riflette in maniera opposta, cioè nel Nulla (astrazione oggettiva). Non ci può essere corrispondenza se non si accoglie l'altro nella sua Totalità per cui se l'altro è Tutto tu devi essere Nulla, se l'altro è Yin tu ti rapporti come Yang, se l'altro parla tu ascolti, se l'altro è pieno tu ti rendi vuoto per accogliere quella pienezza e così via.... Questo principio è così semplice ma così difficile da concepire in se stessi e di metterlo in pratica con se stessi. Perchè? perchè spesso noi siamo imprigionati nel nostro Tutto quindi ci vediamo i soli ed unici attori protagonisti, senza comprendere che tutto è in corrispondenza. Che le leggi che regolano le galassie più lontane sono le stesse che regolano le nostre attrazioni emotive più vicine, come ricorda John Bell: "“Non esiste un sistema isolato, ogni particella dell’universo è in connessione istantanea con tutte le altre particelle... il macrocosmo ripete se stesso nell’uomo, il microcosmo, e il microcosmo è a sua volta riflesso in tutti gli atomi minori”. Per capire l'alto dobbiamo partire dal basso, per contemplare la luce meglio iniziare dal buio, per avvicinarci a Dio impossibile allontanarsi dal diavolo, per amare un altro dobbiamo comprendere cosa odiamo in noi stessi e così via... questa corrispondenza è ciò che di solito chiamiamo rispecchio divino: come in cielo così in terra.
L'OSSERVATORE
Nell'alchimia il primo passo è comprendere questa corrispondenza, quindi abbandonare il nostro Tutto soggettivo, aprirsi verso l'esterno per acquistare la consapevolezza di un tutto oggettivo (“Solve et coagula”). Osservare senza giudizio, cercare di restare al centro, nell'occhio del ciclone: “Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa”. E' l'opera del Nigredo alchemico, far nascere in noi l'occhio testimone imparziale: “Dal corvo nero nasce la colomba bianca, dalla materia putrefatta nasce l’anima”. Si comincerebbe a sgretolare una realtà fondata sulla divisione e sul materialismo (il dualismo) a favore di una realtà dove Tutto rispecchia il Tutto (la dualità). Non saremo più soggetti a subire l'ambiente che ci circonda, ma saremo in grado di modellare le circostanze del presente. L'abitudine nostra è sentirci spinti ad identificarci come un Ego separato, distinto, assoluto, appunto senza corrispondenza e in questo modo il testimone o osservatore interiore non coglie mai la realtà, l'alterità, il suo stesso riflesso, non si vede come parte di un Tutto che guida, ma vuole essere il Tutto guidatore senza alcuna ragione. Chi dobbiamo fare un salto quantico, se l'energia segue il pensiero, però il pensiero segue l'emozione, allora cose segue l'emozione? ecco la Vibrazione, terzo principio
TERZO PRINCIPIO: VIBRAZIONE
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