Percorso sull’anima (conferenza 5)
L'Essere Umano .... libretto d'Istruzioni .... eccoci qui di nuovo alle prese con noi stessi. Iniziamo dunque a scrivere questo libretto d’istruzioni, in base a quello che noi viviamo, siamo, sentiamo e percepiamo. Adesso dobbiamo fare un gioco di osservazione, lento ma molto minuzioso.
Quando noi nasciamo subiamo subito un trauma: la separazione dal ventre materno, perché dentro l'utero noi ci sentivamo fusi, tutt'Uno con la madre, non c'erano confini, avevamo tutto in maniera immediata (calore, proteine, protezione, attenzione) senza far nulla, eravamo dei Dei. Quando siamo stati invece partoriti il neonato sente subito che viene mosso contro la sua volontà, strappato, tirato fuori per la testa, lavato, preso in braccio girato e rigirato, il dottore lo sculaccia per farlo piangere, insomma una menata di quelle brutte (la prima risa fuori dal bar)... il primo contatto con la vita è quindi una zuffa violenta per il neonato che non capisce niente ma sente tutto. La nostra prima manifestazione emotiva verso la vita è il pianto, non è la gioia, è il caos, come lo descrivono tutte le teogonie antiche: in principio c'era il caos, gli abissi, l'ombra. Poi arriva l'abbraccio caldo della mamma e il seno, il latte e qui il neonato percepisce il primo contrasto: brutto-bello, guerra-pace, fame-sazietà, spiacevole-piacevole...
Prima realtà duale è quindi tra l'unità e l'unione, infatti se ben guardiamo la foto nell'unità c'è fusione, è un Tutt'Uno madre e figlio, mentre nell'unione si percepisce bene la distinzione, la separazione, sono uniti i corpi ma restano due ben distinte e diverse entità (ente = essere). Il bambino poi man mano che cresce inizia a sentire che lui non è il tutto che lo circonda, quando la mamma le leva il seno percepisce che il seno è altro e non è suo, quando sente l'odore dei pannolini percepisce che qualcosa non è gradevole, quando si dà una testata contro la culla comprende che la culla è altra cosa da lui e sa tenersi alla dovuta distanza, qui nasce la distinzione tra il IO e l'ALTRO, il neonato inizia a comprendere che la mamma è un altra, nasce la distinzione tra il IO e il TU, non è onnipotente, lui è un singolare essere tra tanti esseri universali.
Più si cresce e il mondo degli opposti si apre davanti ai nostri occhi: si comprende che quella è una femmina e quello è un maschio, che c'è mamma ma anche papa; si sente quando si è sazio e quando si ha fame, quindi essere pieno o vuoto; che la pappa è calda ma anche fredda oppure che la pappa è dolce o salata. Un giorno il bambino/a vede che muore il gatto o il pesciolino o persino il nonno, capisce che c'è un limite alla vita, è l'incontro con la morte, siccome siamo cresciuti in un mondo di opposti, per logica nasce in noi il pensiero dell'immortalità, perché se c'è l'alto si fonda dal fatto che c'è il basso, se c'è l'ombra è la dimostrazione che c'è la luce, se dico che una cosa è bella è perché ho visto le cose brutte e via dicendo ...
Dunque siccome il gattino o il pesciolino o il nonno morto noi vorremmo rivederli, ma il suo corpo si decompone, oltre al lato di immortale noi diciamo che, se c'è il corpo dovrebbe esserci anche l'anima, se uno è visibile l'altro è invisibile, il primo appartiene al mondo materiale e il secondo a quello spirituale. E' così che la nostra testa e il nostro cuore elaborano un mondo fatto di opposti, il mondo duale. Questo è naturale, quello che non sarà naturale è la divisione tra questi opposti e persino la lotta, quando affermiamo uno a scapito dell'altro. Facciamo attenzione: noi già da neonati iniziamo a cogliere la realtà attraverso i sensi e le emozioni, non attraverso i pensieri né i ragionamenti, col tempo questa prassi si ribalta e restiamo fregati nel mondo delle idee, delle seghe mentali, delle fantasie irreali, oggi più che mai del virtuale. La scuola è un chiaro esempio di questo: insegnano ai ragazzi la vita a colpi di informazioni intellettuali non di formazione emotiva, il mondo entra loro dalla testa non dal cuore. Definizione dell'uomo è "omo sapiens" invece che "omo sensis", penso quindi esisto (cogito ergo sum) questa la nostra disgrazia, ma lo vedremo più avanti il perchè.
L'Essere Umano .... libretto d'Istruzioni .... eccoci qui di nuovo alle prese con noi stessi. Iniziamo dunque a scrivere questo libretto d’istruzioni, in base a quello che noi viviamo, siamo, sentiamo e percepiamo. Adesso dobbiamo fare un gioco di osservazione, lento ma molto minuzioso.
Quando noi nasciamo subiamo subito un trauma: la separazione dal ventre materno, perché dentro l'utero noi ci sentivamo fusi, tutt'Uno con la madre, non c'erano confini, avevamo tutto in maniera immediata (calore, proteine, protezione, attenzione) senza far nulla, eravamo dei Dei. Quando siamo stati invece partoriti il neonato sente subito che viene mosso contro la sua volontà, strappato, tirato fuori per la testa, lavato, preso in braccio girato e rigirato, il dottore lo sculaccia per farlo piangere, insomma una menata di quelle brutte (la prima risa fuori dal bar)... il primo contatto con la vita è quindi una zuffa violenta per il neonato che non capisce niente ma sente tutto. La nostra prima manifestazione emotiva verso la vita è il pianto, non è la gioia, è il caos, come lo descrivono tutte le teogonie antiche: in principio c'era il caos, gli abissi, l'ombra. Poi arriva l'abbraccio caldo della mamma e il seno, il latte e qui il neonato percepisce il primo contrasto: brutto-bello, guerra-pace, fame-sazietà, spiacevole-piacevole...
Prima realtà duale è quindi tra l'unità e l'unione, infatti se ben guardiamo la foto nell'unità c'è fusione, è un Tutt'Uno madre e figlio, mentre nell'unione si percepisce bene la distinzione, la separazione, sono uniti i corpi ma restano due ben distinte e diverse entità (ente = essere). Il bambino poi man mano che cresce inizia a sentire che lui non è il tutto che lo circonda, quando la mamma le leva il seno percepisce che il seno è altro e non è suo, quando sente l'odore dei pannolini percepisce che qualcosa non è gradevole, quando si dà una testata contro la culla comprende che la culla è altra cosa da lui e sa tenersi alla dovuta distanza, qui nasce la distinzione tra il IO e l'ALTRO, il neonato inizia a comprendere che la mamma è un altra, nasce la distinzione tra il IO e il TU, non è onnipotente, lui è un singolare essere tra tanti esseri universali.
Più si cresce e il mondo degli opposti si apre davanti ai nostri occhi: si comprende che quella è una femmina e quello è un maschio, che c'è mamma ma anche papa; si sente quando si è sazio e quando si ha fame, quindi essere pieno o vuoto; che la pappa è calda ma anche fredda oppure che la pappa è dolce o salata. Un giorno il bambino/a vede che muore il gatto o il pesciolino o persino il nonno, capisce che c'è un limite alla vita, è l'incontro con la morte, siccome siamo cresciuti in un mondo di opposti, per logica nasce in noi il pensiero dell'immortalità, perché se c'è l'alto si fonda dal fatto che c'è il basso, se c'è l'ombra è la dimostrazione che c'è la luce, se dico che una cosa è bella è perché ho visto le cose brutte e via dicendo ...
Dunque siccome il gattino o il pesciolino o il nonno morto noi vorremmo rivederli, ma il suo corpo si decompone, oltre al lato di immortale noi diciamo che, se c'è il corpo dovrebbe esserci anche l'anima, se uno è visibile l'altro è invisibile, il primo appartiene al mondo materiale e il secondo a quello spirituale. E' così che la nostra testa e il nostro cuore elaborano un mondo fatto di opposti, il mondo duale. Questo è naturale, quello che non sarà naturale è la divisione tra questi opposti e persino la lotta, quando affermiamo uno a scapito dell'altro. Facciamo attenzione: noi già da neonati iniziamo a cogliere la realtà attraverso i sensi e le emozioni, non attraverso i pensieri né i ragionamenti, col tempo questa prassi si ribalta e restiamo fregati nel mondo delle idee, delle seghe mentali, delle fantasie irreali, oggi più che mai del virtuale. La scuola è un chiaro esempio di questo: insegnano ai ragazzi la vita a colpi di informazioni intellettuali non di formazione emotiva, il mondo entra loro dalla testa non dal cuore. Definizione dell'uomo è "omo sapiens" invece che "omo sensis", penso quindi esisto (cogito ergo sum) questa la nostra disgrazia, ma lo vedremo più avanti il perchè.
Da notare che ognuno di noi mette gli opposti in maniera diversa, chi vive le cose sul yin e chi le vive sul yang, per esempio: a me piace l'amaro quindi l'amaro che è negativo (opposto di dolce positivo) diventa per me piacevole (quindi positivo), perché ci sono 4 polarità e non soltanto due. Ciò che per te è bello per me magari non lo è e su questo non si discute. Lo stesso anche a livello energetico: a me il caffè fa bene ad un altro fa male, a me tiene sveglio ad un altro non fa effetto e dorme ugualmente. Perché tutto dipende da come agiscono le energie in noi e come le accogliamo. Esiste il caldo (yang) e il freddo (yin), ma a sua volta il caldo può essere secco(yang) o umido (yin). I raggi del sole sono un energia positiva (yang) ma ci sono persone a cui il sole fa malissimo, per loro il sole è yin, negativo. Come vedete il yin e il yang sono in tutte le cose, ma agiscono in maniera diversa in tutte le cose. Questo va studiato per sapere poi come rapportarci alla natura in seguito.
Adesso dobbiamo restringere il campo di azione e indirizzarci sulla ricerca dell'anima, il nostro obiettivo iniziale. Partiamo dal binomio Corpo ed Anima, l'uno è visibile, l'altra invisibile, uno sul piano materiale l'altro spirituale. Alla domanda "Dove è il corpo?" tutti noi lo vediamo, facile dimostrarlo. Ma se chiediamo dov'è l'anima? sono sicuro che molti non saprebbero risponderci, ovviamente perché questa non si vede, appartiene ad una dimensione invisibile. Ma per capirlo torniamo al bambino/a che man mano che cresce mette i mattoncini di conoscenza attraverso quello che percepisce con i suoi sensi. Facciamo un esempio: un bambino/a è nato in Italia ovviamente impara la lingua italiana, perché? perché i suoi li hanno parlato quella lingua, ma se i suoi vivono in Italia e parlano soltanto l'inglese, questa creatura inizierà a parlare l'inglese ovviamente.
Questo vale anche per la religione: sono cattolico perché nato in un famiglia che mi ha insegnato e inculcato quella fede. Non posso dire "grazie a Dio sono cattolico" direi che Dio è colpevole di far nascere dei bambini in famiglie non cattoliche. Quindi qui come in mille altri casi Dio non c'entra niente, il suo nome è vano nominarlo, ci sono pochi casi in qui si può usare questo nome senza prostituirlo. Ma comunque noi dalla nascita siamo informati attraverso la cultura in cui cresciamo, i nostri sensi sono finestre attraverso le quali noi apprendiamo tutto: usanze, costumi, consuetudini, abitudini, forme di pensare, di comportamento, tutto ciò entra dentro e ci scolpisce l'anima: quello che vediamo, sentiamo, mangiamo, odoriamo, tutto si imprime dentro con le connotazioni che la nostra cultura dà a quegli eventi, quindi se nasco in una società che mangia il cane ma ritiene un offesa divina mangiare un vitello è poi normale che se vado in occidente tutti mi daranno del matto perché mangio l'animale domestico più amato degli occidentali mentre io li riterrò irrispettosi perché mangiano la mucca che per me è sacra. Sembra una assurdità, ma facciamo attenzione a questo fattore: ciò che è bene e ciò che è male non lo è per tutti, dipende da come è stata strutturata la tua anima o spirito interiore... se nasco in un ambiente dove i miei genitori si baciano non mi scandalizzo poi se vedo nel parco due fidanzatini baciarsi, se nasco in una società multirazziale non mi metto paura se un giorno vedo un cinese o un nero o un bianco. Da questo discorso possiamo già intravvedere che l'anima non è uguale per tutti, non tutti hanno l'anima sviluppata o formata nello stesso modo, anzi alcuni non ce l'hanno nemmeno, non l'hanno usata, come il cervello che molti non mettono quasi mai in funzione oppure il cuore. Ma sto anticipando troppe cose, continuiamo con ordine e per parti.
Allora da una parte c'è il corpo e dall'altra l'anima, poi il corpo visibile e l'anima invisibile, il corpo ha 5 sensi attraverso i quali recepiamo il mondo esterno, ma lo sapevate che abbiamo a sua volte 5 sensi interni attraverso i quali rielaboriamo tutto quello che entra dentro di noi? Molti non lo sanno che esistono questi sensi interni e neppure quali sono e nemmeno dove si trovano... ecco qui, allora come pretendere di manovrare questo aggeggio chiamato "essere umano"? come dire che conosciamo noi stessi se non sappiamo nemmeno che tasti abbiamo a cosa servono e dove si trovano?
INGRESSI SEGRETI
INGRESSI SEGRETI
Tutti noi abbiamo ben presente come sono fatte le nostre case, le ville, i palazzi, persino i negozi, i teatri, ecc... hanno tutti un ingresso principale, il grande portone, l'immenso cancello. Però per chi li abita, c'è anche una porta laterale, un dietro le quinte, un passaggio segreto, anche da bambini quando facevamo le nostre capanne e tane ci inventavamo la porta magica invisibile a tutti tranne agli eletti. E se pensiamo alla casa del nostro corpo? E' chiaro che le porte sono i sensi esterni, ma avete mai pensato ai sensi interni? Non vi meravigliate se alcune persone non capiscono le loro emozioni, se non sanno gestire la loro ansietà, se sono sopraffatte dai loro pensieri... semplicemente non conoscono i passaggi segreti, non sanno come entrare dentro se stessi, hanno perso l'orientamento, non hanno accesso al dietro le quinte (non entrano mai nella loro anima), dalla porta posteriore, loro sono come ospiti nel proprio corpo non padroni di casa, entrano soltanto dai sensi esterni (vista, udito, olfatto, gusto e tatto) vivono in superficie, in balia di quello che sentono senza approfondirlo, di quello che vedono senza capirlo, di quello che mangiano senza digerirlo, di quello che toccano senza percepirlo. Ma quanti sono i sensi interni e quali sono? Beh, qui c'è una gran confusione, ovviamente le scuole di pensiero sono molte e diverse, ognuna segue diciamo colui o colei che scendendo nelle proprie profondità interiori le descrive in maniera personale, donde diversi nomi per i sensi, alcuni persino ne trovano 4 sensi ed altri 6. Io sono per la simmetria e trovo che abbiamo anche 5 sensi interni molto ben collegati a quelli esterni.
Se non conosciamo i sensi interni e non li viviamo in profondità possiamo essere sicuri che non avremo mai vissuto ma soltanto vegetato, la dimensione più essenziale del nostro essere è stata a noi negata da noi stessi, giriamo nella dimensione animale ma non avremo ancora scoperto la nostra essenza umana e divina.
Siete pronti per entrare dalla porta del retro, dal passaggio segreto, dietro le quinte della nostra essenza? ok, allora vi invitiamo per la prossima conferenza dove spiegheremo i 5 sensi interni e la loro corrispondenza simmetrica con quelli esterni e come e perché vanno accordati, come le corde di uno strumento, altrimenti non suonano, non vibrano, non ci faranno mai sentire la loro potente energia.
Grazie dell’attenzione ... a prestissimo!!!
Magdalena☯Samuel☯
Siete pronti per entrare dalla porta del retro, dal passaggio segreto, dietro le quinte della nostra essenza? ok, allora vi invitiamo per la prossima conferenza dove spiegheremo i 5 sensi interni e la loro corrispondenza simmetrica con quelli esterni e come e perché vanno accordati, come le corde di uno strumento, altrimenti non suonano, non vibrano, non ci faranno mai sentire la loro potente energia.
Grazie dell’attenzione ... a prestissimo!!!
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