Il linguaggio della coscienza universale più immediato è il sentimento. Tutti noi da bambini, prima che ce lo spiegassero, sapevamo odiare, amare, essere gelosi, sorride per la gioia, avere timore... ecc. Se riuscissimo a rimanere soltanto coscienti che questi sentimenti sono impulsi vitali senza etichettarli con leggi morali o religiose, senza darli valori di virtù e tanto meno penalizzazioni come peccati, potremmo seguire il corso della vita universale senza inciampare nei sensi di colpa, nei giudizi etici e nelle ideologizzazioni politiche o religiose che cercano la realizzazione come se essa non fosse insita nella stessa legge e corso della natura (soprannaturale come dicono le religioni, come se noi fossimo nati handicappati nella natura). Per questo noi non progrediamo secondo natura ma andiamo spesso a rallentatori nella nostra evoluzione o, ahimè, spesso indietro.
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